ROMA (Loredana Lerose) – M5S e Lega hanno spinto il piede sull’acceleratore per chiudere il contratto per il governo del cambiamento. Ai leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini il compito di limare il contenuto e mediare su temi sospesi come le infrastrutture e l’immigrazione, prima della stesura definitiva che verrà sottoposta all’attenzione del capo dello Stato Sergio Mattarella. Ma al presidente non basta l’accordo sul contratto, Mattarella vuole il nome del premier. Chi sarà a guidare il governo giallo-verde non è una questione secondaria. Lo sanno anche Salvini e Di Maio.
Mediazione obbligatoria
Al tavolo tecnico per il lavoro congiunto degli esponenti del carroccio e i pentastellati non si è raggiunto un vero e proprio accordo su temi cruciali. Infrastrutture come Tav e Pedamontana e immigrazione saranno oggetto di valutazione per Di Maio e Salvini, a loro il compito di mediare tra posizioni opposte e di assumersi la responsabilità delle decisioni che verranno prese. Probabile che la Lega per avere carta bianca sull’immigrazione dovrà cedere qualcosa sul piano delle infrastrutture. Una volta trovata la sintesi perfetta e siglato il contratto per il governo del cambiamento saranno i cittadini a valutare il documento prodotto tramite il referendum online sulla piattaforma online e ai gazebo nelle piazze.
Premiership, una sola certezza
Sia Salvini che Di Maio sono d’accordo sul fatto che a guidare il governo dovrà essere un politico puro sangue, un nome condiviso e non un tecnico a cui nessun cittadino ha dato la propria fiducia. “Sarà un politico perché verrà scelto da due forze politiche e non calato dall’alto”. Chiare le parole del capo politico dei pentastellati. Contratto chiuso, partita ancora aperta.