AMBURGO (Mariano Paolozzi) – Con la storica retrocessione dell’Amburgo in Zweite Liga, la serie B tedesca, l’anno prossimo in Germania assisteremo al derby più romantico e folle dell’universo calcistico. Preparate i poc-corn, perché St. Pauli–Amburgo è molto più di una partita, è una guerra: è guerra tra poveri e ricchi, tra punk e tradizione, tra anarchia e regole, tra la squadra dei briganti e dei ruffiani contro la normalità calcistica. Tra chi ha vinto una Champions e chi rifiuta lo sponsor sulla divisa, tra chi vive nell’olimpo del calcio tedesco e chi invece ha la bandiera dei pirati nel proprio stemma. E’ politica fatta sulle gradinate di uno stadio. E’ musica, cinema, tifo, ideologia. E’ tutto, è vita. E’ St. Pauli vs. Amburgo.
Amburgo in B, si azzera l’orologio
L’orologio del Volksparkstadion (Stadio del Popolo), l’arena dell’Amburgo, ha smesso di funzionare il 12 maggio 2018. Le lancette segnavano la permanenza della squadra in Bundes ed era arrivata a 54 anni, 164 giorni, 2 ore, 50 minuti e 43 secondi. Poi, kaputt: la retrocessione. I bianco-blu tedeschi, sono la squadra più antica di Germania. Fondata nel 1887, è tra le più blasonate. All’attivo, conta 6 scudetti, 3 coppe nazionali e un Champions League. La retrocessione è stato un vero e proprio dramma sportivo che ha visto andare in scena un pessimo spettacolo nell’ultima gara del campionato: la tifoseria ha praticamente dato fuoco a parte dello stadio, lanciato fumogeni e petardi in campo, mentre esercito e polizia intervenivano per sedare la rivolta durata ore.
I ribelli della Bundesliga. St. Pauli, La squadra più anarchica del mondo
“Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del ‘900”, firmato Pier Paolo Pasolini. Forse avrà visto una partita del St. Pauli? Chissà. Prendete uno tra i più malfamati quartieri d’Europa. Prendete una squadra di sfigati. Prendete la lotta al razzismo e alle diseguaglianze, prendete l’attivismo per i diritti civili e sociali. Prendete un porto fatto di vicoli, prostitute e ruffiani. Prendete la lotta per la legalizzazione. Prendete la cultura punk degli anni ottanta. Prendete borchie, piercing e graffiti. Prendete una bandiera con Che Guervara. Prendete la bandiera dei pirati, quella nera con il Jolly Roger, il teschio bianco. Prendete l’azionariato popolare. Prendete il riscatto sociale. Prendete il freddo e l’umidità del Porto di Amburgo. Prendete tutto questo, mettetelo in un campo di pallone di periferia e agitate tutto con forza: ecco il St. Pauli, benvenuti nell’universo ‘kult’ della seconda squadra di Amburgo. La logica del St. Pauli è semplice: essere sempre contro corrente e fedeli alla linea. E battere gli acerrimi nemici “ricchi e potenti” dell’Hamburger sport-verein. Nato nel 1910 in uno dei peggiori e più pericolosi quartieri del mondo, il Reeperbahn: Criminalità a gogo, delinquenti di ogni sorta, prostituzione, droga e alchool. Insomma, roba da film. Ecco, è qui che nasce la favola. Una squadra “contro”, di sinistra ma sostanzialmente anarchica, che organizza cooperative, associazioni, lotte per i diritti. Il St. Pauli, dagli anni ’80 in poi, diventa un simbolo per il mondo: la squadra dei ruffiani, senza sponsor, che rifiuta i soldi del “sistema”, che si autofinanzia con azionariato popolare e merchandising autoprodotto.
Scontro ideologico
La bandiera ufficiosa è quella dei pirati, giusto per rimanere in tema. Botte da orbi con le organizzazioni neonaziste tedesche. Uno stadio, il Millerntor, che ogni domenica si trasforma in un gigantesco centro sociale. Al di là del colore, il St. Pauli per quel quartiere rappresenta una possibilità di riscatto. Ma la squadra dei bucanieri ha le sue grosse contraddizioni, come l’esagerata violenza e il rifiuto del rispetto di tante e forse troppe regole. Ma questo non importa agli oltre 11 milioni di fan in tutto il mondo. Qualche anno fa, quando il presidente voleva vendere il nome dello Stadio ad uno sponsor, i tifosi occuparono la struttura. Fedeli alla linea, fino in fondo. Per loro conta solo questo. Ah, e ovvio: battere gli acerrimi nemici dell’Amburgo. Prepariamoci ad un evento unico.