Italia, a Natale si buttano 575mila tonnellate di cibo

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Spreco alimentare
Spreco alimentare

Le festività natalizie hanno visto crescere in modo esponenziale il rischio di spreco alimentare. È il periodo in cui i frigoriferi si sono riempiti all’inverosimile, guidati dalla paura che potesse mancare qualcosa. Il risultato per l’Italia è stato un bilancio pesante: oltre 575.000 tonnellate di cibo sono finite nella spazzatura tra la Vigilia e Capodanno, per un impatto economico che ha superato i 9,6 miliardi di euro.

Questo fenomeno non è casuale. Ogni famiglia è arrivata a gettare in media alimenti per circa 90 euro, a fronte di una spesa che per il solo pranzo del 25 dicembre ha spesso superato i 100 euro. Si è creato un paradosso: abbiamo preparato tavole opulente, pur sapendo che una parte di ciò che avremmo cucinato non sarebbe stata consumata. L’86% degli italiani, infatti, ha ammesso di sprecare cibo durante le feste.

Le cause sono principalmente tre. La prima è culturale: in Italia, l’abbondanza è un gesto d’affetto, e la paura di sfigurare ha spinto a eccedere con gli acquisti. La seconda è estetica, con il cibo trasformato in decorazione. La terza è organizzativa: si è cucinato molto ma pianificato poco, dimenticando avanzi e scadenze.

Le conseguenze non sono state solo economiche. Gettare alimenti ha significato sprecare acqua, energia e le risorse usate per produrli. Un panettone avanzato ha portato con sé centinaia di litri d’acqua “virtuale”, mentre un arrosto dimenticato ha prodotto emissioni di CO₂ paragonabili a giorni di guida. Lo spreco alimentare è infatti responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di gas serra.

Eppure, le soluzioni per il futuro saranno semplici. Il primo passo riguarderà la spesa: preparare una lista realistica, dopo aver controllato la dispensa, ridurrà gli acquisti superflui. Sarà sufficiente organizzare i prodotti in base alla scadenza per evitare doppioni inutili.

La seconda strategia sarà la gestione creativa degli avanzi. Panettone e pandoro, tra i prodotti più gettati, potranno trasformarsi in crumble o tiramisù alternativi. Anche il pane, altro alimento molto sprecato, potrà avere nuova vita in zuppe, polpette o crostini, riducendo drasticamente gli scarti.

Infine, sarà cruciale la gestione del “dopo-festa”. Il “pranzo degli avanzi” è un’ottima occasione per reinventare ciò che è rimasto. Congelare le pietanze in porzioni singole è un’altra azione efficace, trasformando un ragù in un pasto pronto per gennaio. Se proprio qualcosa non si userà, si potrà condividere con vicini o associazioni.

In un’epoca di crisi climatica, iniziare dalla tavola sarà una scelta potente. Ridurre gli sprechi non significherà rinunciare alla convivialità, ma dare più valore al cibo, alleggerire la propria impronta ecologica e riscoprire un senso più autentico delle celebrazioni.

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