“Il valore più grande di Return è l’eredità che lascia: la creazione di una comunità ampia e collaudata che prima non esisteva”. Con queste parole Andrea Prota, presidente della Fondazione Return, ha sintetizzato i risultati del progetto durante il meeting finale che si è tenuto a Napoli. L’evento, finanziato dal PNRR, ha riunito per tre giorni ricercatori, istituzioni e imprese per discutere di scienza del multi-rischio e di come rendere territori e comunità più resilienti ai cambiamenti climatici.
Secondo Prota, l’elemento chiave del successo è stato l’approccio integrato tra discipline diverse. “Abbiamo messo insieme studiosi di rischi naturali, ambientali e antropici con esperti di scienze sociali, economiche e umane”, ha spiegato. Questa contaminazione si è rivelata fondamentale per comunicare efficacemente con i cittadini, comprendere la loro percezione dei pericoli e coinvolgerli attivamente nella progettazione di azioni di mitigazione e adattamento.
I risultati concreti sono stati suddivisi in due categorie principali: metodologie e tecnologie innovative per supportare chi prende decisioni a tutela della cittadinanza, e strumenti per valutare l’efficacia delle azioni messe in campo. Tra le innovazioni più significative spicca “Return Ville”, una vera e propria città virtuale sviluppata all’interno del simulatore “Return Land”. Questo strumento permette di visualizzare scenari di pericolo e testare l’impatto di diversi interventi.
La collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile, partner strategico fin dall’inizio, garantirà la diffusione di queste soluzioni. “Porteremo questi strumenti a Regioni, Comuni, enti locali e imprese”, ha confermato Prota. L’approccio multirischio, che considera la complessa interazione tra diversi tipi di pericoli, è stato un altro elemento distintivo del lavoro svolto, perché permette di affrontare i problemi nella loro reale complessità.
Un’altra iniziativa di valore è stata la “Return Academy”, un programma formativo dove ingegneri, architetti, giuristi e filosofi hanno appreso direttamente dai ricercatori le scoperte e le metodologie emergenti dal progetto. L’obiettivo è trasferire queste competenze nel lavoro quotidiano di professionisti pubblici e privati.
Grande attenzione è stata dedicata anche ai giovani ricercatori, superando i target previsti per dottorati e assegni di ricerca, con una partecipazione femminile che ha superato spontaneamente il 40%. “Il nostro scopo è dare continuità a queste professionalità, evitando che restino nel precariato”, ha sottolineato il presidente.
Infine, Prota ha annunciato un prossimo passo nel consolidamento dei rapporti con i territori. “All’inizio del nuovo anno ospiteremo un incontro a Napoli con i sindaci per chiudere il cerchio”, ha dichiarato, anticipando la possibile firma di un accordo con l’Anci per assicurare che i Comuni possano beneficiare pienamente dei risultati ottenuti.






















