Romania: da manager a fondatrice di un rifugio

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Destini cambiati
Destini cambiati

La storia di Save the Dogs and other Animals ha avuto inizio nel 2002, da una decisione che ha cambiato il destino di migliaia di animali. Sara Turetta, all’epoca manager pubblicitaria, ricevette una richiesta d’aiuto da Cernavoda, in Romania, dove i cani randagi venivano sistematicamente avvelenati.

Colpita da quella tragedia, Sara ha tentato un dialogo con l’amministrazione locale, ottenendo un accordo: avrebbe organizzato sterilizzazioni su larga scala in cambio dell’interruzione delle uccisioni. Quando il piano iniziale con un’associazione locale è fallito, ha preso una scelta coraggiosa: ha lasciato il suo lavoro a Milano e si è trasferita a Cernavoda per ricominciare da zero.

Così è nata Save the Dogs and other Animals. I primi anni sono stati estremamente difficili. La struttura era una piccola clinica di 160 mq con un canile annesso, pochi mezzi e un grande affidamento su veterinari volontari provenienti da tutta Europa. Nonostante le difficoltà, le sterilizzazioni sono proseguite senza sosta.

Con il tempo, Sara ha ricostruito la rete di supporto dall’Italia, ha aperto un ufficio a Milano e ha assunto i primi collaboratori. La raccolta fondi ha permesso di estendere l’attività anche alla vicina città di Medgidia, dove è stata ottenuta una moratoria sulle soppressioni ed è stata lanciata una clinica mobile per raggiungere le aree rurali.

L’associazione è cresciuta anche strutturalmente. È stata acquistata una proprietà sulle colline di Cernavoda, dove è sorto “Footprints of Joy”, un centro modello che include il primo rifugio dell’Est Europa per asini abbandonati, stalle per cavalli maltrattati e spazi moderni per cani e gatti. Il centro, visitato da ambasciatori e lodato dai media, è diventato un esempio di gestione etica.

L’impegno di Save the Dogs si è esteso oltre i confini romeni. Nel 2019 è stato lanciato in Italia “Non Uno di Troppo”, un programma per contrastare il randagismo nel Sud, unendo sterilizzazioni ed educazione. Parallelamente è nato “Vite Connesse”, un’iniziativa per aiutare le famiglie in difficoltà a sostenere le spese veterinarie e alimentari per i propri animali.

L’associazione ha sviluppato anche progetti a forte impatto sociale, come la collaborazione con il carcere di Poarta Alba, che offre ai detenuti un percorso di riabilitazione attraverso il lavoro con gli animali. Allo scoppio della guerra in Ucraina, l’organizzazione è intervenuta immediatamente per fornire cibo e cure a oltre novemila animali in pericolo.

In oltre vent’anni di attività, Save the Dogs ha trovato una casa a più di ottomila animali e ne ha curati decine di migliaia. Ma dietro questi numeri ci sono storie individuali, come quella di Luna, una cagnolina trovata allo stremo a Medgidia. Dopo lunghe cure, ha recuperato le forze e oggi vive felice in una famiglia sul Lago di Garda.

La sua trasformazione, da ombra spaventata a promessa mantenuta, rappresenta l’essenza del lavoro dell’associazione. Tutto è nato perché una persona ha deciso di non voltarsi dall’altra parte, dimostrando come la volontà di un singolo possa cambiare il mondo, un destino alla volta.

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