ROMA (Renato Casella) – Spuntano due murales a favore dei clan, il Comune li rimuove dopo la segnalazione delle “Iene”. Ieri notte operai, polizia locale, carabinieri e polizia di Stato sono entrati in azione nella zona periferica di Tor Bella Monaca e hanno cancellato i murales: uno in via Quaglia dedicato a Serafino Cordaro, ritenuto esponente di un clan e ucciso nel suo bar nel febbraio 2013, e l’altro in memoria di Antonio Moccia, morto in un incidente e figlio di Vincenzo, considerato esponente dell’omonimo clan di Afragola con consistenti interessi nella Capitale. Sul posto anche il sindaco Virginia Raggi, che dopo il servizio delle “Iene” aveva promesso un intervento.
Cordaro fu assassinato nel suo bar
Cordaro fu ucciso nel suo bar, in quel momento affollato di avventori, da un killer con il volto coperto da un casco che entrò nel locale sparando con una pistola per poi freddare la vittima con un colpo alla testa.
Quanto ai Moccia, da tempo hanno trasferito i loro affari nel Lazio. Nel luglio 2012 è stato assassinato a Nettuno Modestino Pellino, considerato un loro referente locale.
Moccia (5 Stelle): era un affronto ai cittadini onesti
“E’ stato necessario l’intervento dell’amministrazione Raggi per cancellare un vero e proprio scempio: murales dedicati a Serafino Cordaro e Antonio Moccia, che campeggiavano sulle strade romane – dichiara il deputato Francesco D’Uva, già membro commissione Antimafia – Un vero e proprio affronto contro tutti i cittadini onesti. Troppi anni sono passati e i murales erano diventati una sfida alla legalità a cui il Movimento 5 Stelle con tutti gli uomini delle forze dell’ordine impegnati l’altra notte ha risposto con decisione. La criminalità organizzata va soffocata togliendo tutti gli spazi di cui si è appropriata negli anni passati. La maggioranza dei cittadini crede nella legalità, nel lavoro quotidiano e pretende di vivere serenamente senza vessazioni. Il nostro impegno rimane immutato. Riconquisteremo ogni metro quadro delle periferie, dei territori che vengono letteralmente devastati dalle mafie. La ricchezza di pochi impone miseria e povertà a troppe persone, questo ora deve finire”.