ROMA (Gianluca Rocca) – “Matteo Renzi non possiede intelligenza politica”: è la tranciante riflessione del professore Domenico De Masi (docente di sociologia alla Sapienza di Roma) rilasciata ai microfoni di Radio Radicale. E non è stata una frase detta così a caso, o buttata sul tavolo con il solo gusto di attaccare o offendere il leader del Pd: è la conclusione di un ragionamento preciso e puntuale. Eccolo: “Il Pd è passato in pochi mesi dal quaranta per cento delle ultime elezioni europee al 18 per cento delle Politiche del 4 marzo, e ora addirittura più sotto a quelle della Val D’Aosta. Significa che sta conducendo il partito praticamente ad una perdita continua. Ha più che dimezzato i voti. Ebbene, esistono vari tipi di intelligenza: c’è l’intelligenza matematica, quella musicale o letteraria e c’è anche l’intelligenza politica. Probabilmente Renzi è intelligente sotto parecchi punti di vista, ma sta dimostrando di non avere intelligenza politica”.
“L’intelligenza politica manca, evidentemente, anche al resto del Pd”
Il professore De Masi, intervistato dal giornalista di Radio Radicale Massimiliano Coccia, ci va giù duro. E ne ha anche per il resto del Partito democratico, non solo per Renzi: “Il fatto che nel Partito democratico non sappiano liberarsi di un leader informale privo di intelligenza politica, significa che il blocco del partito è costituito da persone prive di intelligenza politica”. Non fa una grinza. E con queste premesse il professore spiega anche il perché degli ultimi scenari politici nazionali: “Il Pd ha rifiutato di mettersi a un tavolo e di discutere con il Movimento Cinque Stelle, maagri per fare un partito socialdemocratico, portando i Cinque Stelle ad una posizione di sinistra. Così come invece con molta maggiore intelligenza politica ha fatto Salvini, che si è seduto al tavolo e ha ottenuto un governo spostato verso destra”.
Il nuovo scenario politico
Secondo il professore De Masi siamo ormai di fronte ad nuovo scenario politico. “Stiamo assistendo non solo alla fine delle politiche e delle ideologie novecentesche, ma come ha detto Salvini abbiamo davanti l’idea del popolo contro le élite. Siamo in una fase storica di cambiamento, ma governata più dalla confusione che dalla democrazia partecipativa.
In otto, nel mondo, hanno la ricchezza di 3,5 miliardi di persone
La spaccatura tra élites e popolo non l’ha creata Salvini. Le dieci famiglie più ricche d’Italia nel 2007, prima della crisi, avevano la ricchezza di tre milioni e mezzo di italiani. Oggi, dopo la crisi, hanno una ricchezza di sei milioni di italiani. A livello mondiale prima erano trecento i ricchi, poi 60, poi 15: ora sono 8 le persone che da sole hanno una ricchezza pari a quella di mezza umanità, cioè di tre miliardi e seicento milioni di individui. Uno di questi 8 ha detto che ‘è vero, esiste una lotta di classe, e siamo noi ricchi che la stiamo facendo contro i poveri. E la stiamo vincendo’. Sono proprio le sue parole. Quindi la spaccatura tra ricchi e poveri esiste, e va rimarginata. Purtroppo in Italia si è allargata proprio mentre c’ erano governi di sinistra. E ora, con la flat-tax aumenterà la distanza tra ricchi e poveri, perché i ricchi ne avranno forte vantaggio, mentre i poveri ne avranno un vantaggio molto, molto minore”.