CITTA’ DEL MESSICO (Gennaro Scala) – Erano in una scarpata, abbandonati sul lato di una strada a Ciudad Victoria, nell’area di Tamaulipas in Messico. Sei corpi di donne che erano state rapite all’interno di un’azienda alimentare. Più che un femminicidio una strage. Non le hanno solo uccise – spiegano le autorità locali – ma anche picchiate selvaggiamente. Sui corpi rinvenuti nel piccolo dirupo c’erano infatti segni evidenti di percosse, oltre ai fori di proiettili di armi automatiche e semiautomatiche. Rapite un giorno e uccise il giorno dopo, o forse il giorno stesso visto che i corpi non erano lontani dal luogo del rapimento. Quello che resterebbe ancora da ricostruire è il movente.
Indagini sul movente
Il perché dell’ennesima strage di donne. Si indaga, certo, ma si tratta dell’ennesima indagine in quella porzione di territorio lo Stato di Tamaulipas, situato di fronte al confine con gli Stati Uniti, ha uno dei tassi di criminalità più alti del Messico. Lì il numero di morti ammazzati è elevatissimo e, perlopiù è legato al business del narcotraffico. Una violenza che è esplosa quando nel 2006 lo Stato federale decise di indossare il guanto di ferro e imbastì un’offensiva contro i trafficanti. Da quel momento, in circa dodici anni, sono stati registrati oltre 200mila morti ammazzati. Il record ‘nero’ è dello scorso anno con 25.339 omicidi. Moltissime erano donne. E’ stata una strage lunga e inesorabile col ‘contagocce’, senza soluzione di continuità. Quotidianamente, negli anni, la violenza sulle donne è stata un crescendo.
Negli ultimi due anni il bilancio delle vittime è cresciuto
Solo nel 2016 il bilancio parlò di 2746 vittime, con una media di otto donne assassinate al giorno. Morte ammazzate non solo dalla criminalità organizzata, ma anche dalla violenza sociale. E i record toccati dagli omicidi di donne non sono soltanto relativi alla quantità, ma anche alla tipologia. I delitti che riguardano il sesso debole sono infatti molto più efferati di quelli che hanno come vittime gli uomini. Le donne sono morte per le percosse, accoltellate, impiccate. Tutto ciò racconta di un lato misognino dei responsabili che viene fuori in maniera prepotente. Questioni di cultura, o meglio, di subcultura, che in Messico vede le donne tenute in scarsissima considerazione. Quasi degli oggetti, sia nella vita che nella morte. Statisticamente parlando c’è stato un calo di delitti di donne di età inferiore ai 15 anni, ma una vera e propria impennata degli omicidi che riguardano donne nella fascia di età compresa tra i 20 e i 40 anni.