ROMA (Gianluca Rocca) – Sul cosiddetto Fronte Repubblicano la Boldrini si è andata a schiantare. Ha fatto il passo più lungo della gamba. Un’accelerata in avanti che nel suo partito, LeU, ancora non era stata discussa. Tanto che Fratoianni, uno dei quattro ‘padri’ di Liberi e Uguali, la sconfessa a stretto giro di posta. Lei, l’ex presidente della Camera che per darsi un tono si è scelta come nemico Matteo Salvini, ha declamato pubblicamente l’adesione al nuovo cartello elettorale delle sinistre e ha chiamato a raccolta quelli che evidentemente considera i suoi elettori di riferimento (probabilmente a loro insaputa): i movimenti femministi e il popolo Lgbt.
Le parole di Fratoianni
Altro che “Fronte Repubblicano”, ha ribadito anche stamattina sui social Fratoianni, qui “serve un Piano C”.
“Dobbiamo uscire fuori dalla gabbia dei mercati da un lato – ha detto il leader di Sinistra Italiana – e dalla gabbia dei piccoli nazionalismi dall’altro. Non mi iscrivo ad alcun fronte repubblicano, se ha le caratteristiche di Calenda, Gentiloni, Renzi e compagnia. Non si può pensare di combattere Salvini con Minniti, né credere che la risposta a chi vuole uscire dall’euro possa essere la difesa dell’establishment. Serve un Fronte dei popoli contro l’austerity che porti democrazia, diritti, reddito in tutta Europa”.
Anche Bersani la pensa come Fratoianni
L’ex segretario del Pd, oggi LeU, Pierluigi Bersani, la pensa come Fratoianni. Ha pubblicamente criticato le intenzioni con cui viene propagandata la nascita di questo cartello elettorale delle sinistre: ha detto che sta nascendo come un’accozzaglia messa insieme solo e soltanto per contrapporsi a Lega e Cinque Stelle. In questo caso lui non ci sta. Crede invece che sia cosa buona e giusta cercare l’unità delle sinistre (anche elettorale) coagulando tutte le forze politiche, le associazioni, i movimenti, attorno ad un’idea di cambiamento ‘dal basso’. Insomma, per Bersani sarebbe più logico partire dai contenuti e poi pensare al contenitore.