Livorno, arrestato prefetto dell’Isola d’Elba

Nell'inchiesta sono coinvolte 36 persone, 9 sono state raggiunte da misure cautelari. I reati contestati sono associazione a delinquere, poto abusivo di esplosivi, contrabbando di 9 tonnellate di sigarette e indebita compensazione di debiti tributari.

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LIVORNO (Antonio Casapulla) Nove arresti e altre 27 persone denunciate nell’ambito dell’inchiesta della Finanza all’Isola d’Elba. In carcere il viceprefetto reggente dell’ufficio distaccato della Prefettura dell’Isola d’Elba e un boss della ’ndrangheta attiva in Piemonte a suo tempo mandante dell’omicidio del Procuratore di Torino Bruno Caccia.

L’operazione

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno stanno dando esecuzione, su ordine del Procuratore Capo della Repubblica di Livorno, Ettore Squillace Greco, ad un’ordinanza emessa dal gip del locale Tribunale Marco Sacquegna, di applicazione della misura cautelare personale nei confronti di nove persone. Due in carcere e sette sottoposte agli arresti domiciliari. Nel corso delle investigazioni, era già stato, tratto in arresto in flagranza di reato altro soggetto, durante lo scorso mese di novembre.

L’attività rientra nell’operazione denominata “Vicerè”. E si inserisce nell’ambito di un’articolata indagine svolta, sotto la direzione del procuratore della Repubblica, da militari della Compagnia di Portoferraio e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Livorno. L’operazione ha portato alla denuncia di 27 soggetti. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere, porto abusivo di esplosivi (detenuti al fine di compiere un atto di intimidazione), contrabbando di 9 tonnellate di sigarette, indebita compensazione di debiti tributari tramite fittizie compensazioni, illecita sottrazione al pagamento delle accise sugli alcolici, anche mediante falso in documenti pubblici informatici.

Le perquisizioni in diverse zone d’Italia

Contestualmente alle misure cautelari, sono state eseguite perquisizioni personali, domiciliari e locali nei confronti degli indagati, con la collaborazione dei Reparti del Corpo competenti per territorio. Le attività sono state eseguite in 7 Regioni. Per la precisione nelle province di Livorno, Torino, Asti, Padova, Ravenna, Forlì, Pisa, Pistoia, Campobasso, Napoli, Salerno, Lecce e Brindisi. Complessivamente sono stati impiegati circa 120 militari.

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