È stato annunciato un importante piano di salvaguardia ambientale per l’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, in Sicilia. Il programma, che prenderà il via nei prossimi mesi, si concentrerà sulla protezione delle vaste praterie di Posidonia oceanica, un ecosistema fondamentale per la salute del Mar Mediterraneo. L’obiettivo è contrastare il degrado causato dalle attività umane e preservare questo patrimonio naturale per le generazioni future.
Le praterie di posidonia sono state messe a dura prova, soprattutto durante la stagione estiva, a causa dell’ancoraggio indiscriminato delle imbarcazioni da diporto. L’azione meccanica delle ancore e delle catene strappa le piante dal fondale, creando solchi e aree desertificate. Poiché la crescita della posidonia è estremamente lenta, con un avanzamento di pochi centimetri all’anno, i danni provocati in una singola estate possono richiedere decenni per essere riparati naturalmente.
Il cuore dell’intervento consisterà nell’installazione di “campi boe ecologici” in punti strategici dell’arcipelago. Questi sistemi di ormeggio innovativi permetteranno alle barche di sostare in sicurezza senza dover gettare l’ancora sul fondale. Le boe saranno fissate al substrato roccioso tramite sistemi a basso impatto, garantendo la massima tutela delle praterie sottostanti e riducendo a zero il danno meccanico diretto.
La conservazione della posidonia avrà benefici che vanno ben oltre la semplice protezione di una pianta marina. Queste praterie sottomarine sono i “polmoni del Mediterraneo”: producono grandi quantità di ossigeno e assorbono anidride carbonica, contribuendo a mitigare il cambiamento climatico. Funzionano inoltre come “nursery” per centinaia di specie ittiche, sostenendo la pesca locale, e le loro radici consolidano il fondale, proteggendo le coste dall’erosione.
Il progetto è stato reso possibile grazie a una sinergia tra l’ente gestore dell’Area Marina Protetta, il Ministero della Transizione Ecologica e finanziamenti provenienti da fondi europei dedicati alla biodiversità. Saranno coinvolti anche centri di ricerca e università per il monitoraggio scientifico dell’efficacia degli interventi nel tempo.
L’attuazione del piano seguirà un cronoprogramma biennale. La prima fase ha previsto una mappatura di precisione dei fondali per individuare le aree a maggiore densità di posidonia e quelle più vulnerabili al traffico nautico. La seconda fase, che inizierà a breve, vedrà la posa di circa 200 boe ecologiche distribuite tra le isole di Favignana, Levanzo e Marettimo.
Questa iniziativa rappresenta un passo concreto verso un modello di turismo più sostenibile e consapevole. Proteggere la posidonia significa investire nel futuro dell’ecosistema marino delle Egadi, garantendo la sopravvivenza della sua straordinaria biodiversità e rafforzando l’economia locale che da essa dipende.





















