Drosera: vietata la raccolta della pianta nel Nord Italia

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Specie tutelata
Specie tutelata

La drosera è una pianta carnivora della famiglia delle Droseraceae, diffusa in America del Nord, Europa settentrionale e anche nel Nord Italia. Si tratta di un’erbacea perenne con foglie disposte a rosetta, le cui estremità secernono gocce vischiose per catturare piccoli insetti.

Proprio per la sua particolarità e delicatezza, nel Nord Italia la drosera è stata dichiarata specie protetta. Questa decisione comporta il divieto assoluto di raccolta in natura, una misura necessaria per garantirne la conservazione e tutelare la biodiversità locale. Chiunque desideri coltivarla deve quindi procurarsela tramite canali legali, come vivai specializzati.

Il suo meccanismo di caccia è affascinante: le foglie sono ricoperte da tentacoli che, una volta imprigionata la preda, la spingono verso il centro della foglia stessa. Qui, la pianta rilascia enzimi digestivi per assimilarne i nutrienti.

Oltre al suo valore ecologico, la drosera è apprezzata da secoli in erboristeria per le sue numerose proprietà. I suoi principi attivi le conferiscono un’azione antispasmodica, antisettica, decongestionante e antinfiammatoria, rendendola un rimedio tradizionale contro vari tipi di tosse e bronchite, poiché calma la muscolatura liscia dei bronchi.

La sua efficacia si estende anche al campo cosmetico. I polisaccaridi adesivi, gli stessi usati per catturare gli insetti, si sono rivelati utili nel contrastare la cellulite. Creme a base di drosera aiutano a ridurre l’accumulo di grassi e a rimodellare le zone interessate, con un effetto snellente visibile dopo poche applicazioni. La pianta contiene anche sostanze bioattive con proprietà emollienti.

Per l’uso interno, si può preparare un infuso lasciando un cucchiaino di droga secca in 200 ml di acqua bollente per circa venti minuti, per poi filtrare. Si consiglia di non superare le quattro tazze al giorno.

L’uso della drosera non è privo di controindicazioni. Può interagire con farmaci per l’ipertensione o contro le malattie infettive. La sua linfa, a contatto con la pelle, può causare irritazioni. Un dosaggio errato potrebbe inoltre danneggiare l’apparato urinario. Per questi motivi, si raccomanda di consultare sempre un medico prima di assumerla.

Coltivare la drosera in casa richiede poche ma specifiche attenzioni. La pianta necessita di un ambiente molto umido e di irrigazioni settimanali, preferibilmente con acqua nel sottovaso. Durante la primavera e l’estate, va posizionata in un luogo luminoso ma al riparo dai raggi solari diretti. In inverno, la pianta entra in una fase di riposo vegetativo, chiudendosi in una gemma protettiva chiamata “ibernacolo”, per poi risvegliarsi con il clima più mite.

La drosera è tra le piante carnivore più longeve, potendo raggiungere i cinquant’anni di età. Alcune varietà si riproducono formando colonie attraverso gli stoloni, rami laterali che, toccando terra, generano nuove radici e foglie, dando vita a un nuovo individuo.

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