La Messa: un rito che vince la distrazione moderna

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Partecipazione attiva
Partecipazione attiva

Il tempo dedicato ad ascoltare una Messa non è mai sprecato, anche per chi non crede, non è un praticante abituale o sta vivendo un momento di dubbio nella fede. Quest’ultima, infatti, non è un bene acquisito per sempre e può vacillare.

Ma perché la celebrazione ha un valore che va oltre le feste comandate o le cerimonie familiari? Una prima risposta risiede nell’ascolto, in un’epoca in cui si è più abituati a parlare che a prestare attenzione. La liturgia della Parola, che comprende Antico Testamento, Lettere apostoliche e Vangelo, ha sempre offerto spunti per riflettere e spostare lo sguardo oltre il presente, ponendo domande di senso sulla nostra esistenza.

Con il Vangelo si è entrati in un territorio dove la Scrittura diventa alta letteratura. Un esempio è il testo delle Beatitudini: un brano asciutto, universale e modernissimo, che ha proposto una rivoluzione concreta basata su azioni possibili e prospettive future, particolarmente attuale in un’epoca complessa.

La Messa ha inoltre creato un’atmosfera di comunità, un “Noi” che per circa un’ora attenua le pulsioni narcisistiche concentrate sull'”Io”. Il suo tempo è lento e dilatato, un tempo circolare fatto di un prima (le Scritture), un durante (la partecipazione) e un dopo (l’incontro con Dio).

Qualcuno ha sostenuto che si va a Messa più per cercare la fede che per confermarla. Sebbene non sia così semplice, la celebrazione è impregnata di una spiritualità che attrae chiunque sia interessato al Mistero e al Divino.

La partecipazione al rito richiederà sempre consapevolezza del suo valore. Ciò si è tradotto in comportamenti precisi: arrivare puntuali, rinunciare all’uso dello smartphone e partecipare attivamente, sia con le parole che con il silenzio. Non si tratta di seguire semplici convenzioni.

Anche la Conferenza Episcopale Italiana (Cei), nel presentare le novità del rito, ha diffuso un documento per ricordare che «la Messa ha bisogno di una complessiva e armonica attenzione di tutte le forme di linguaggio previste dalla liturgia: parole e canti, gesti e silenzio, movimenti del corpo, colori delle vesti liturgiche».

Tutto è stato architettato per favorire al massimo quella partecipazione senza la quale l’esperienza viene svuotata. Anche il corpo è coinvolto: non a caso vi sono momenti in cui si sta seduti, in piedi o in ginocchio, senza mai mantenere la stessa posizione.

Una celebrazione poco partecipata è una celebrazione distratta. Si sono diffuse infatti cattive abitudini che ne minano il valore: fedeli che arrivano in ritardo, altri che restano incollati allo schermo del telefono o rispondono a chiamate, scambiando i banchi della chiesa per i tavolini di un bar.

In Chiesa, invece, si porteranno le proprie ansie, i dolori, ma anche i sogni e i desideri, per condividerli con gli altri presenti e con il sacerdote, sempre pronto ad accogliere le inquietudini dei fedeli.

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