Roma: la nuova metro unisce mobilità e archeologia

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Mobilità culturale
Mobilità culturale

È stata inaugurata a Roma la nuova stazione della Linea C “Colosseo-Fori Imperiali”, un’opera che ha subito catturato l’attenzione internazionale per il suo valore infrastrutturale e simbolico. L’apertura non rappresenta solo un potenziamento della rete metropolitana, ma un passo significativo verso la rinascita urbana e culturale della Capitale.

Questo progetto, atteso da decenni, risponde a una duplice esigenza della città: da un lato, valorizzare l’immenso patrimonio storico su cui poggia; dall’altro, dotarsi finalmente di un sistema di mobilità integrato ed efficiente. La metropolitana diventa così uno strumento fondamentale per connettere un tessuto urbano vasto e frammentato, ridistribuendo opportunità e ridefinendo lo spazio pubblico.

La stazione è stata concepita come una vera e propria “archeo-stazione”, un luogo dove la funzione di trasporto si fonde con la memoria storica. L’allestimento interno, curato dal Parco Archeologico del Colosseo con il supporto scientifico della Sapienza Università di Roma, trasforma il transito quotidiano in un’esperienza di scoperta. Il percorso accompagna i viaggiatori in un viaggio stratigrafico che va dal livello stradale fino alle banchine.

Durante il tragitto, i passeggeri possono ammirare i numerosi reperti emersi durante i lavori di scavo. Frammenti di ceramica, elementi architettonici, antichi pozzi di età repubblicana e i resti di un *balneum* (un antico impianto termale privato) sono esposti in un dialogo continuo con le collezioni del Parco, offrendo un racconto immersivo della città sotterranea.

Realizzare un’opera di tale portata ha richiesto soluzioni ingegneristiche all’avanguardia, studiate per proteggere la delicata stratificazione archeologica del sottosuolo. Per superare le sfide geologiche e storiche, è stata adottata la tecnica del “top-down archeologico”. Questo metodo, sviluppato appositamente per le stazioni del centro storico, ha permesso di scavare procedendo dall’alto verso il basso.

La costruzione è avanzata installando solai intermedi progressivi che hanno garantito la stabilità strutturale, consentendo agli archeologi di lavorare in sicurezza sotto una copertura protetta. L’uso di palificazioni profonde e barriere di contenimento in cemento armato ha inoltre permesso di gestire la complessità dei livelli storici senza compromettere le antiche preesistenze e le strutture sovrastanti.

Anche il design architettonico contribuisce a creare un ponte tra passato e presente. Gli interni evocano le atmosfere e le cromie dell’Impero romano, con colori ocra e dorati che dominano le superfici. La luce e i materiali sono stati scelti per creare una continuità visiva con la grandezza storica del luogo.

Le ampie scale monumentali guidano il visitatore in una discesa che è anche un viaggio attraverso le epoche, trasformando un semplice spostamento in un’esperienza quasi rituale. Sotto il simbolo universale della città, l’Anfiteatro Flavio, è nato così un nuovo spazio pubblico accessibile e condiviso: un foro contemporaneo al servizio dei cittadini e della mobilità sostenibile.

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