Greenpeace ha pubblicato il bilancio delle sue attività, evidenziando una serie di vittorie ambientali ottenute tramite azioni legali e campagne di mobilitazione. L’organizzazione sottolinea come, nonostante un contesto globale complesso, l’azione collettiva abbia prodotto risultati concreti per la tutela del pianeta.
Un traguardo giudiziario significativo è stato raggiunto in Italia. Le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito l’ammissibilità delle cause climatiche contro le aziende inquinanti, dando ragione a Greenpeace e ReCommon nella causa contro ENI, Cassa Depositi e Prestiti e il Ministero dell’Economia. Questa sentenza apre la strada al Tribunale di Roma per esaminare nel merito i danni climatici attribuiti a ENI.
Sempre in ambito legale, il tribunale di Vicenza ha emesso una condanna storica per l’inquinamento da PFAS in Veneto. Undici ex manager dell’azienda chimica Miteni sono stati condannati per aver contaminato la falda acquifera tra Vicenza, Verona e Padova, con risarcimenti stabiliti per oltre 300 parti civili.
L’attivismo ha portato anche a successi contro l’allevamento intensivo. A seguito di un esposto di Greenpeace sulle condizioni dei maiali in un allevamento a Roncoferraro (Mantova), di proprietà del Gruppo Veronesi, i carabinieri hanno riscontrato gravi violazioni. L’autorità sanitaria ha quindi posto sotto sequestro gli animali e comminato una multa di 10.000 euro.
In Campania, il Comune di Battipaglia ha annullato la concessione per un nuovo impianto di ingrasso di tonno rosso. La decisione è seguita a un report di Greenpeace e alle verifiche comunali che hanno rilevato irregolarità nella richiesta presentata dalla società Tuna Sud.
A livello internazionale, si registra un’importante vittoria contro il greenwashing. Un tribunale di Parigi ha condannato TotalEnergies per pubblicità ingannevole, giudicando fuorvianti le affermazioni dell’azienda sul proprio impegno per il clima, a fronte di investimenti crescenti nei combustibili fossili.
Un altro risultato chiave riguarda la protezione dell’Artico: il governo norvegese ha posticipato almeno fino al 2029 la concessione di licenze per l’estrazione mineraria in acque profonde. La mobilitazione internazionale ha contribuito a fermare un progetto che minacciava un’area marina vasta quasi quanto l’Italia.
Infine, la Corte internazionale di giustizia ha emesso un parere consultivo fondamentale, stabilendo che tutti gli Stati hanno il dovere di prevenire i danni ambientali e di vigilare sulle emissioni delle imprese. Questa decisione rafforza il principio della giustizia climatica globale e il diritto a un ambiente sano.




















