Energia in Europa: i tre scenari del report Statkraft

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Transizione energetica
Transizione energetica

Il più grande produttore europeo di energia rinnovabile, la norvegese Statkraft, ha pubblicato il rapporto “Green Transition Scenarios 2025”. L’analisi ha delineato il futuro energetico globale fino al 2050, concentrandosi sull’Europa e presentando tre possibili percorsi di transizione in un contesto di crescente incertezza geopolitica.

Nonostante le difficoltà, la transizione energetica prosegue a un ritmo che solo un decennio fa sarebbe stato impensabile. Sebbene il passo sia rallentato e l’obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi (limitare il riscaldamento a 1,5 °C) sarà quasi certamente superato, lo slancio verso le fonti pulite appare concreto e irreversibile.

Il rapporto ha introdotto uno scenario inedito chiamato “Unrest” (Disordine), che fotografa le sfide attuali dominate da conflitti armati e polarizzazione politica. Questo si aggiunge agli altri due percorsi possibili: “Green Transition”, il più ottimistico, e “Delayed Transition”, un’opzione intermedia. In ogni caso, è stato confermato che le rinnovabili sono ormai competitive e stanno riducendo le emissioni su larga scala a livello globale.

L’Europa si trova a un bivio. Malgrado gli investimenti in tecnologie pulite abbiano superato di 35 volte quelli nei combustibili fossili nel 2024, la strada verso le zero emissioni nette entro il 2050 resta complessa. Il gas rimarrà nel mix energetico più a lungo del previsto, anche a causa dei lenti progressi di tecnologie come la cattura del carbonio (CCS) e l’idrogeno verde.

Esistono però valide ragioni di ottimismo. Le emissioni europee sono già diminuite del 37% rispetto al 1990, dimostrando l’efficacia delle politiche adottate. Inoltre, a giugno 2024, per la prima volta nella storia, il fotovoltaico è stato la principale fonte di energia elettrica dell’Unione Europea.

Nello scenario “Green Transition”, l’Europa raggiungerà le zero emissioni nette entro il 2050. La domanda di elettricità aumenterà del 140%, coperta quasi interamente da eolico e solare, mentre i combustibili fossili subiranno un crollo drastico. Le auto elettriche domineranno il mercato già dal 2030, portando a un’elettrificazione totale dei trasporti leggeri entro metà secolo.

Nello scenario “Delayed Transition”, le ambizioni climatiche sopravvivranno, ma la priorità si sposterà sulla sicurezza energetica. La decarbonizzazione sarà più lenta, con una riduzione delle emissioni dell’84% entro il 2050, mancando l’obiettivo di neutralità. Il consumo di gas diminuirà solo del 35%.

Lo scenario peggiore, “Unrest”, vedrà i conflitti e la sicurezza a breve termine mettere in secondo piano l’azione climatica. Le emissioni caleranno appena del 60% entro il 2050 e i combustibili fossili manterranno un ruolo centrale nel mix energetico.

Per mantenere la leadership climatica e seguire il percorso più virtuoso, il rapporto ha suggerito di accelerare l’elettrificazione, migliorare l’efficienza energetica e sviluppare mercati che favoriscano l’integrazione delle rinnovabili, rimuovendo le barriere burocratiche e promuovendo soluzioni innovative.

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