Un nuovo e preoccupante abitante si sta facendo strada nelle acque della Sardegna. I pescatori dell’isola hanno segnalato un numero crescente di catture del pesce scorpione (Pterois miles), una specie aliena originaria del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano, riconoscibile per le sue lunghe spine velenose e la livrea a strisce.
Questo predatore è giunto nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, un fenomeno noto come migrazione lessepsiana che sta alterando profondamente gli equilibri del nostro mare. La sua presenza, inizialmente documentata solo in acque profonde, è stata recentemente confermata anche lungo la fascia costiera sarda, a pochi metri di profondità. Tale cambiamento nel suo areale di distribuzione fa temere agli esperti l’inizio di un insediamento stabile e permanente.
Il pesce scorpione rappresenta una duplice minaccia. Dal punto di vista ecologico, è un predatore estremamente vorace e generalista, che si nutre di un’ampia varietà di pesci e crostacei. Non avendo predatori naturali nel Mediterraneo, la sua popolazione può crescere in modo incontrollato, esercitando una pressione insostenibile sulle specie autoctone e alterando drasticamente la catena alimentare locale. L’esperienza in altre aree del Mediterraneo, dove si è già affermato, ha mostrato un rapido declino delle popolazioni ittiche locali.
La situazione è monitorata con grande attenzione dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), che sta coordinando gli sforzi per comprendere la dinamica dell’invasione. I ricercatori stanno analizzando i dati per valutare le interazioni con le specie native e quantificare i possibili impatti sugli habitat marini, come le praterie di Posidonia oceanica. Il precedente insediamento di altre specie aliene, come il pesce coniglio bruno e il pesce flauto, funge da campanello d’allarme su quanto velocemente un ecosistema possa essere stravolto.
In questo scenario, la collaborazione dei pescatori si è rivelata fondamentale. Essi rappresentano le sentinelle del mare e le loro segnalazioni forniscono dati preziosi e in tempo reale alla comunità scientifica. Ogni cattura o avvistamento viene mappato e analizzato, contribuendo a creare un quadro dettagliato della sua espansione geografica e demografica. ISPRA ha infatti attivato canali diretti per la raccolta di queste informazioni.
Le autorità raccomandano la massima cautela. Le spine del pesce scorpione contengono una potente tossina che può causare intenso dolore, nausea e, in rari casi, complicazioni più gravi. In caso di cattura o avvistamento, è essenziale non toccare l’esemplare e segnalarne immediatamente la presenza alla Capitaneria di Porto o direttamente ai ricercatori, fornendo se possibile coordinate geografiche e fotografie.



















