Il rischio sismico si conferma una delle principali fragilità strutturali del territorio italiano, con un costo sociale ed economico ricorrente che supera i quattro miliardi di euro ogni anno a causa della mancata prevenzione. A essere esposto è soprattutto un patrimonio edilizio datato, costruito prima delle moderne normative antisismiche.
In occasione dell’VIII Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica, è stata presentata una nuova mappatura del territorio che supera la logica emergenziale. Il modello, sviluppato dal Dipartimento Casa Italia e coordinato dall’Università di Napoli, integra per la prima volta rischio sismico, idrogeologico, climatico e consumo energetico degli immobili. Sfruttando dati di Ingv e Istat, l’analisi fornisce strumenti operativi per definire le priorità di intervento e orientare gli investimenti.
La conoscenza dettagliata del territorio è infatti il primo atto di una prevenzione efficace. L’Italia ha una delle esposizioni sismiche più alte d’Europa e si stima che circa diciotto milioni di edifici necessitino di interventi urgenti. Il problema non riguarda solo le aree storicamente note per i terremoti, ma è una questione nazionale che unisce politiche abitative, ambientali e sociali. Prevenire i crolli significa anche ridurre l’impronta ecologica legata alle macerie e alla ricostruzione.
Il recepimento della direttiva europea “Case Green” rappresenta una finestra strategica. L’obiettivo di ridurre drasticamente i consumi energetici entro il 2030 richiederà interventi su milioni di immobili. Affrontare l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza strutturale come due temi separati significherebbe duplicare costi e disagi, perdendo un’occasione storica.
L’esperienza del Superbonus ha già mostrato i limiti di un approccio non integrato. Secondo un’analisi della Fondazione Inarcassa, solo il 40% degli interventi ha interessato le zone a più alto rischio (1 e 2) e una quota minima ha incluso l’adeguamento antisismico. Un miglioramento energetico diffuso ha così lasciato irrisolto il nodo della sicurezza.
Gli studi presentati dal Consorzio ReLuis hanno dimostrato che interventi combinati possono migliorare significativamente sia la classe di rischio sismico sia quella energetica con costi sostenibili e benefici moltiplicati nel tempo. Una prevenzione programmata è l’unica strada per ridurre i costi delle emergenze e tutelare il patrimonio esistente.
Il messaggio della Giornata Nazionale è stato chiaro: senza conoscenza non c’è prevenzione e senza prevenzione non c’è sostenibilità. Integrare sicurezza strutturale, transizione energetica e rigenerazione urbana non è più un’opzione, ma una necessità per creare città più sicure, vivibili e resilienti.



















