Acqua: 30 miliardi per modernizzare le reti italiane

13
Infrastrutture idriche
Infrastrutture idriche

Un’analisi pubblicata dal World Economic Forum, in collaborazione con Acea e l’Università di Cambridge, ha quantificato l’enorme divario infrastrutturale che affligge il settore idrico europeo. Secondo il documento, per modernizzare i sistemi obsoleti, migliorare l’efficienza e garantire la resilienza saranno necessari 1.700 miliardi di euro da qui al 2040.

Questo sforzo finanziario dovrà includere l’aggiornamento degli impianti di trattamento delle acque reflue e la gestione dei contaminanti emergenti, come i Pfas, sui quali le normative europee sono diventate più stringenti. La situazione globale è ancora più critica: per colmare il disallineamento serviranno 11.400 miliardi di euro entro il 2040, un’accelerazione indispensabile per garantire l’accesso a servizi idrici e igienico-sanitari sicuri a oltre 3 miliardi di persone che ne sono ancora prive.

Per l’Italia, il quadro delineato dal Libro bianco sull’acqua è particolarmente preoccupante. Il Paese soffre di problemi cronici, primo fra tutti una dispersione che supera il 42% dell’acqua immessa in rete, a fronte di una media Ue del 20%. Questo si traduce in una perdita di circa 150 litri al giorno per abitante. Per dimezzare questo spreco e potenziare le infrastrutture, sono stati stimati investimenti necessari per almeno 30 miliardi di euro in 10 anni.

Il divario italiano ed europeo è il risultato di anni di sottoinvestimenti, che hanno aggravato l’invecchiamento delle reti. Nella penisola, il 60% delle infrastrutture ha più di 30 anni, rendendo non più differibile un cambio di approccio. Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Acea, ha sottolineato la necessità di riconoscere il valore strategico della risorsa idrica, definendola un “motore silenzioso” del tessuto economico e un elemento cruciale per la salute pubblica.

Secondo il ceo di Acea, che presiede un gruppo di lavoro sull’acqua al Forum Economico Mondiale, non esiste una soluzione unica per tutti i Paesi. È invece fondamentale una regia capace di garantire una visione d’insieme e di adattare le strategie alle specificità locali. Il focus principale deve essere sulla modernizzazione delle infrastrutture, che spesso risalgono a decenni fa e sono prive di tecnologie avanzate.

Il rapporto del Wef ha insistito sull’urgenza di spingere sull’innovazione tecnologica. L’adozione di strumenti digitali, sistemi di automazione e intelligenza artificiale è stata indicata come una via maestra per migliorare la gestione e l’efficienza. Per finanziare questa transizione, il documento ha suggerito il ricorso a strumenti finanziari mirati, come i green bond, la finanza mista e i partenariati pubblico-privati, per attrarre i capitali necessari a questa svolta.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome