Rinnovabili: la transizione non si fermerà in Europa

11
Transizione energetica
Transizione energetica

La transizione energetica globale non si fermerà, nonostante un contesto internazionale segnato da polarizzazione politica, conflitti armati e tensioni commerciali. Lo ha sostenuto il nuovo rapporto “Green Transition Scenarios 2025” di Statkraft, il più grande produttore europeo di energia da fonti rinnovabili. La spinta decisiva proverrà dalla crescente competitività economica delle tecnologie pulite.

Il documento ha presentato tre scenari di evoluzione del sistema energetico fino al 2050, che riflettono diversi livelli di cooperazione globale. Una novità di quest’anno è l’introduzione dello scenario “Unrest”, il più pessimistico, che ipotizza un futuro in cui la sicurezza e la difesa diventano priorità prevalenti rispetto alla sostenibilità. In un’Europa più isolata, questo comporterebbe un rallentamento, ma non un arresto, del cambiamento.

La dinamica fondamentale che manterrà la rotta è il progresso tecnologico e la convenienza di mercato. Tecnologie mature come il solare fotovoltaico, l’eolico onshore e i sistemi di accumulo a batterie sono già oggi tra le soluzioni più competitive dal punto di vista dei costi. Dal 2010, il prezzo del solare e delle batterie è crollato di circa il 90%, mentre quello dell’eolico onshore ha registrato un calo del 70%, rendendoli più convenienti del gas fossile in gran parte d’Europa.

Secondo le previsioni del rapporto, eolico e solare sono destinati a diventare le principali fonti di energia a livello mondiale entro il 2035. Questa evoluzione sarà accompagnata da una progressiva riduzione dell’uso di carbone e petrolio, persino nello scenario più sfavorevole. Di conseguenza, il consumo di elettricità è destinato a crescere in modo significativo, con un possibile aumento del 140% entro il 2050.

Nonostante queste prospettive positive per le rinnovabili, il rapporto ha lanciato un allarme sugli obiettivi climatici. Anche nello scenario più ottimista, il riscaldamento globale si limiterà a 1,9°C, mancando il target di 1,5°C fissato dall’Accordo di Parigi. Un rallentamento della transizione, invece, potrebbe portare a un aumento di circa 2,4°C, con conseguenze gravi per il pianeta.

In questo quadro complesso, l’Europa ha l’opportunità di assumere un ruolo guida, agendo come modello di riferimento industriale e politico. Per mantenere questa leadership, secondo Carolina Nizza, Head of Sustainability di Statkraft, sarà cruciale puntare su innovazione, strategie condivise e una visione di sistema. Serviranno soluzioni concrete basate su collaborazione e scelte coraggiose.

La sostenibilità, quindi, non deve essere vista solo come un obbligo di rendicontazione, ma come un vantaggio competitivo da integrare nei modelli di business. Le tecnologie per la decarbonizzazione sono disponibili, ma il loro successo dipenderà da una governance efficace e dalla capacità di garantire una transizione giusta, che non lasci indietro nessuno.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome