Italia: la sofferenza dei maiali negli allevamenti

88
Allevamenti intensivi
Allevamenti intensivi

L’Italia è rinomata per la produzione di prosciutti pregiati, dal Parma al San Daniele. Questa eccellenza gastronomica, tuttavia, nasconde una realtà problematica legata agli allevamenti suinicoli, dove i maltrattamenti sono ancora diffusi.

Anni fa, un’inchiesta condotta da Animal Equality e altre organizzazioni animaliste ha scosso l’opinione pubblica. Attraverso video scioccanti, sono state documentate le torture subite dai suini in Europa e nel resto del mondo. Da allora, le normative, specialmente nell’Unione europea, sono diventate più severe, ma non hanno eliminato le pratiche crudeli.

Secondo dati Istat, il 77% dei suini in Italia è concentrato in allevamenti con una capacità superiore ai 2mila capi. In Europa, si stima che quasi tre miliardi di questi animali siano sottoposti regolarmente a diverse forme di sofferenza. Le problematiche più gravi sono sistemiche e radicate nel modello di produzione industriale.

Una delle principali criticità è il sovraffollamento. La mancanza di spazio adeguato genera stress e frustrazione negli animali, portando a comportamenti anomali come l’autolesionismo e il cannibalismo. Questa condizione aumenta esponenzialmente il rischio di diffusione di malattie e può causare lesioni fisiche dovute agli spazi angusti.

Particolarmente drammatica è la situazione delle scrofe, spesso confinate in gabbie di gestazione così strette da impedire loro qualsiasi movimento, persino quello di girarsi. Questa costrizione permanente provoca immense sofferenze fisiche e psicologiche, impedendo alle madri di interagire in modo naturale con i propri piccoli.

Un’altra pratica diffusa consiste nelle mutilazioni eseguite senza anestesia. Il taglio della coda viene effettuato per evitare che gli animali si mordano a vicenda, una conseguenza diretta dello stress. Similmente, vengono tagliati orecchie e denti per ridurre il rischio di ferite e infezioni, causando un dolore acuto.

L’alimentazione è spesso finalizzata a una crescita accelerata. Questa dieta artificiale, combinata con la totale mancanza di movimento, porta frequentemente a obesità, malformazioni ossee, disturbi metabolici e altri gravi problemi di salute che compromettono il benessere dell’animale.

Le condizioni igieniche rappresentano un ulteriore fattore di sofferenza. Molti suini sono costretti a vivere in ambienti sporchi, tra i propri escrementi, in un contesto che favorisce la proliferazione di patogeni. La sporcizia non solo aumenta l’incidenza di malattie, ma contribuisce anche a un profondo disagio psicologico.

Infine, anche il momento dell’uccisione è spesso traumatico. In molte strutture industriali, la macellazione avviene senza un adeguato stordimento preventivo, infliggendo agli animali dolore e terrore negli ultimi istanti di vita. La mancanza di procedure che garantiscano una morte rapida e indolore solleva gravi questioni etiche.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome