Sicilia: nuovi convogli inutilizzati su rotaie obsolete

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Trasporto inefficiente
Trasporto inefficiente

Il rapporto Pendolaria 2025 di Legambiente ha messo in luce un grave stallo nel trasporto pubblico italiano, con un paradosso emblematico che emerge dalla Sicilia. Nonostante annunci di grandi opere, la mobilità quotidiana dei pendolari è stata messa in secondo piano a causa di investimenti inadeguati e di una pianificazione carente.

Il caso più eclatante riguarda l’acquisto di 23 nuovi treni ibridi “Blues”, un investimento da circa 300 milioni di euro. Questi convogli, moderni e realizzati con il 95% di materiale riciclato, sono risultati troppo pesanti per la rete ferroviaria regionale, in gran parte obsoleta. Di conseguenza, i nuovi mezzi sono stati messi in deposito, senza poter entrare in servizio sulle tratte per cui erano stati acquistati, come la Siracusa-Ragusa-Gela.

L’episodio si inserisce in un contesto nazionale preoccupante. Secondo il rapporto, l’attenzione politica ed economica è stata distolta dai problemi reali dei pendolari per concentrarsi su progetti come il Ponte sullo Stretto, il cui costo stimato di 15 miliardi di euro assorbe risorse che potrebbero rivoluzionare la mobilità locale. Con solo un terzo di quella cifra, ad esempio, si sarebbero potuti realizzare 250 km di nuove linee tranviarie in undici città italiane.

I dati economici confermano il declino: il Fondo nazionale trasporti nel 2026 avrà un valore reale inferiore del 38% rispetto al 2009, a causa dell’inflazione e di ulteriori tagli previsti. Questa riduzione delle risorse ha già portato a una diminuzione del servizio, con 185 treni regionali in meno in circolazione nel 2024 rispetto all’anno precedente.

La Sicilia è una delle regioni che ha subito maggiormente le conseguenze di questa cattiva gestione. L’isola conta solo 506 corse regionali giornaliere, a fronte delle 2.173 della Lombardia. La rete siciliana soffre di gravi carenze strutturali: il 43% delle linee non è elettrificato e molte sono a binario unico. Tratte come la Catania-Caltagirone-Gela sono state classificate tra le peggiori d’Italia per cancellazioni e ritardi.

Altre linee ferroviarie rimangono interrotte da anni, come la Alcamo-Trapani, chiusa dal 2013, e i collegamenti tra Caltagirone e Gela o tra Palermo e Trapani. L’acquisto dei treni “Blues” avrebbe dovuto rappresentare una svolta, ma si è trasformato in un simbolo di inefficienza. La scoperta dell’incompatibilità tra i nuovi mezzi e i binari è avvenuta solo dopo la consegna, sollevando interrogativi sulla mancanza di controlli e di una visione integrata.

Il paradosso è che, nel tentativo di risolvere il problema dei treni datati, la situazione per i viaggiatori è ulteriormente peggiorata, con più cancellazioni, ritardi e l’impiego di bus sostitutivi. Il tutto mentre la politica regionale e nazionale non hanno ancora fornito risposte chiare sulla vicenda. La critica mossa da Legambiente e dai cittadini è proprio questa: l’assenza di una strategia che parta dai bisogni reali del territorio anziché da annunci di opere faraoniche slegate dal contesto.

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