Italia: 20 kg di rifiuti tecnologici a testa

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Rifiuti elettronici
Rifiuti elettronici

La produzione di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) è diventata una delle sfide ambientali più urgenti del nostro tempo. Secondo stime recenti, ogni cittadino italiano ha generato in media quasi 20 chilogrammi di questa particolare tipologia di spazzatura in un solo anno, un dato che riflette la nostra crescente dipendenza dalla tecnologia e il ciclo di vita sempre più breve dei dispositivi.

Frigoriferi, lavatrici, smartphone, computer e televisori obsoleti o non più funzionanti si accumulano nelle nostre case, cantine e garage. Troppo spesso, questi oggetti finiscono nella spazzatura indifferenziata o vengono abbandonati, ignorando le gravi conseguenze per l’ambiente e perdendo un’enorme opportunità economica.

Pochi sanno che un vecchio cellulare è una vera e propria miniera urbana. Al suo interno si nasconde un tesoro di materiali preziosi. Un singolo smartphone, per esempio, può contenere circa 9 grammi di rame, 250 milligrammi di argento, 24 milligrammi d’oro e 9 milligrammi di platino, oltre a terre rare come neodimio e lantanio, cruciali per l’industria high-tech.

Se moltiplichiamo queste piccole quantità per i milioni di dispositivi dismessi ogni anno, le cifre diventano sbalorditive. Recuperare queste materie prime seconde attraverso processi di riciclo avanzati permetterebbe di ridurre la necessità di estrarre nuove risorse dal pianeta, un’attività ad alto impatto ambientale e spesso associata a conflitti e sfruttamento.

Lo smaltimento scorretto dei rifiuti elettronici comporta rischi significativi. Molti apparecchi contengono sostanze tossiche come piombo, mercurio, cadmio e ritardanti di fiamma bromurati. Se dispersi nell’ambiente, questi elementi possono contaminare il suolo e le falde acquifere, entrando nella catena alimentare e causando danni alla salute umana e agli ecosistemi.

Oltre al danno ambientale, c’è un evidente spreco economico. Gettare via un dispositivo elettronico equivale a buttare nella spazzatura metalli preziosi e componenti ancora funzionanti che potrebbero essere riutilizzati. L’economia circolare offre un’alternativa virtuosa, basata sul principio di riparare, riutilizzare e infine riciclare, trasformando un problema in una risorsa.

La gestione corretta dei RAEE è più semplice di quanto si pensi ed è regolata da normative precise. I cittadini hanno a disposizione diverse opzioni gratuite. È possibile conferire i propri rifiuti elettronici presso le isole ecologiche comunali, centri di raccolta attrezzati per la loro gestione sicura.

Inoltre, la legge ha previsto il ritiro “uno contro uno”: quando si acquista un nuovo apparecchio, il rivenditore è obbligato a ritirare gratuitamente quello vecchio di tipo equivalente. Per i rifiuti di piccole dimensioni (sotto i 25 cm), i grandi punti vendita offrono anche il ritiro “uno contro zero”, che non richiede l’acquisto di un nuovo prodotto. Questi canali garantiscono che i dispositivi vengano trattati in impianti specializzati, dove i materiali pericolosi vengono neutralizzati e quelli preziosi recuperati.

Affrontare il problema dei rifiuti elettronici richiederà un cambio di mentalità collettivo e individuale. Sarà sempre più importante scegliere prodotti durevoli e riparabili, informarsi sulle corrette modalità di smaltimento e vedere ogni vecchio dispositivo non come un rifiuto, ma come una riserva di materie preziose. Ogni gesto conta per costruire un futuro più sostenibile e un’economia realmente circolare.

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