Vulcano Fuego, sale a 69 il numero delle vittime

Ma il bilancio è destinato a salire nelle prossime ore

Lp / AFP PHOTO / ORLANDO ESTRADA
EL RODEO (Francesco Biondi) – Continua a salire in maniera preoccupante il numero delle vittime dopo l’eruzione del vulcano Fuego. Le ultime stime ufficiali, infatti, parlano di 69 vittime. A renderlo noto l’autorità guatemalteca al termine delle operazioni di soccorso della giornata di ieri. Si è ripreso stamattina all’alba ed il numero sembra destinato a salire drasticamente. In base alle stime delle autorità e alle testimonianze di coloro che sono riusciti a scampare alla furia del vulcano, le vittime potrebbero essere anche centinaia.
Il dna per identificare le vittime
Dei corpi recuperati al momento soltanto 17 sono stati identificati. E l’Istituto forense nazionale guatemalteco ha fatto sapere che a causa dello stato dei corpi, sfigurati dalla lava incandescente, l’unico mezzo di identificazione delle vittime sarà il dna. Intanto si scava, si continua ad andare a fondo per recuperare i corpi che sono stati travolti improvvisamente da lava, cenere e lapilli. Come a Pompei, nel 79 d.C., le immagini delle vittime pietrificate a terra hanno fatto il giro del mondo. E dovrebbero esserci tante altre vittime ancora soprattutto nelle zone più prossime al cratere.
Mai un’eruzione così negli ultimi 40 anni
Perché secondo i vulcanologi questa eruzione è stata senza dubbio la più grande registrata sul territorio negli ultimi 40 anni. Perché quel vulcano ogni tanto si era già svegliato ma non come quel boato impressionante che si è sentito quella sera e dopo il quale non tutti sono riusciti a scappare. Troppo alta la colonna di fumo sprigionata dopo il boato, poi il flusso piroclastico che ha sfondato la ‘Barreca Grande’ spazzando via tutto ciò che si trovava sul suo corso, con temperature fino a 1200 gradi. Inevitabile, dunque, dichiarare lo stato di calamità naturale perché di fronte a questa tragedia il governo non ha i mezzi sufficienti per reagire. E per sostenere gli oltre 5000 sfollati, dei quali soltanto 1600 sono stati al momento accolti nei rifugi. Dove c’è ancora dolore. E siamo solo all’inizio.

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