Starbucks, Schultz lascia la guida: nel 2020 potrebbe sfidare Trump

Dopo quasi quarant'anni al vertice dell'azienda, lascia il suo ruolo di presidente esecutivo e membro del cda

AFP PHOTO / HECTOR RETAMAL

Milano (LaPresse) – “Mentre mi preparo a farmi da parte e lasciare la guida, vorrei umilmente ricordarvi di non perdere di vista quello che conta di più: i vostri colleghi e i nostri clienti“. Sono le parole, affidate a una lettera ai dipendenti, con le quali dopo quasi quarant’anni al vertice dell’azienda Howard Schultz lascia il suo ruolo di presidente esecutivo e membro del cda di Starbucks. Ricoprirà a partire dal prossimo 26 giugno quello di presidente emerito.

L’abbandono della più alta carica dirigenziale arriva al culmine di una avventura imprenditoriale che ha dello straordinario. Ha visto la società passare 11 ai 28 mila punti vendita sparsi in 77 nazioni del mondo. Alla vigilia dello sbarco del marchio della sirena in una nazione dal forte potere simbolico, per chi vende caffè: l’Italia. Il primo Starbucks del Belpaese aprirà infatti a settembre a Milano. Come annunciato dallo stesso Schultz – l’ingresso in questo mercato avverrà “con umiltà e rispetto” – nel corso di una sua recente visita nel capoluogo lombardo.

Crescita continua dal 1981 ad oggi

Ho deciso di costruire la compagnia nella quale mio padre, operaio e veterano della II guerra mondiale, non ha mai avuto l’occasione di lavorare“, ha voluto ricordare ancora l’imprenditore al suo staff, ripercorrendo un cammino iniziato con l’apertura nel 1981 del primo negozio a Seattle e coronato nel recente passato dal sedicesimo inserimento consecutivo di Starbucks nella lista delle aziende più ammirate del mondo, l’ultima volta in quinta posizione. Oltre che da un apprezzamento complessivo del 21.000% del titolo Starbucks a partire dalla quotazione in Borsa avvenuta nel 1992. “Insieme abbiamo fatto questo e molto di più – ha rimarcato Schultz – trovando l’equilibrio tra profitto e coscienza sociale, compassione e rigore, amore e responsabilità“.

La società ha già reso noto che dopo il ritiro del fondatore la presidenza del consiglio di amministrazione passerà a Myron E. “Mike” Ullman, con Mellody Hobson nel ruolo di vice. Per quanto riguarda il futuro del sessantaquattrenne Schultz, ricorda invece il New York Times, si accendono le ipotesi di una corsa alla presidenza degli Stati Uniti nel 2020. Dal momento che l’imprenditore è stato spesso indicato come potenziale candidato democratico per la Casa Bianca. “Voglio pensare a una gamma di opzioni, che potrebbe includere il servizio pubblico. Ma sono ancora lontano dal prendere una decisione“, ha risposto il diretto interessato a precisa domanda della testata newyorkese, non mancando di sottolineare di essere “profondamente preoccupato per la nostra nazione“.

Marco Valsecchi

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