PARIGI (Gennaro Scala) – E’ stata una di quelle giornate che, a parlarne tra qualche anno, si potrà ricordare iniziando la frase con: “Io c’ero”. Dopo quarant’anni esatti, da quando Corrado Barazzutti fu letteralmente strapazzato da Bjorn Borg per 6-0, 6-1, 6-0, un altro italiano arriva alle semifinali del Roland Garros a Parigi e scrive la storia del tennis italiano. E’ il giorno di Marco Cecchinato e della sua favola che continua. Il tennista azzurro è riuscito a superare uno scoglio che sembrava insormontabile, battendo Novak Djokovic in quattro set. Il 25enne di Palermo, attualmente al 72esimo posto del ranking mondiale (ma dopo lo Slam di Parigi la sua posizione in classifica subirà una consistente impennata), è riuscito a imporsi sul serbo con il risultato di 6-3, 7-6, 1-6, 7-6 in 3 ore e 30 minuti.
Emozioni senza fine
Nell’ultimo set il tie break è di quelli che restano indelebili. Lungo, sofferto. Quattro match point e un rovescio lungolinea che va a toccare l’incrocio delle righe e suggella un 13-11 da urlo e lacrime. Sì, perché anche quelle ci sono state nel tourbillon di emozioni del Suzanne Lenglen. Ora sulla sua strada ci sarà l’austriaco Dominic Thiem, numero 8 della classifica mondiale e testa di serie numero sette. Ma comunque vada Cecchinato resta la grande rivelazione del torneo di Parigi. E’ un anno di grazia per il siciliano che, a fine aprile, era riuscito a conquistare a Budapest il suo primo titolo Atp. La sua cavalcata trionfale al major di Parigi è iniziata con il rumeno Marius Copil, per poi seguire con l’argentino Marco Trungelliti, lo spagnolo Pablo Carreno Busta, il belga David Goffin e oggi Nole Djokovic, numero 22 della classifica mondiale ed ex numero uno del mondo che a Parigi ha sollevato il trofeo nel 2016.