L’iniziativa per contrastare l’abbandono illegale di rifiuti lungo il fiume Brenta ha portato all’installazione di due nuove telecamere di videosorveglianza. Il piano è stato promosso da Etra, la multiutility pubblica che gestisce il servizio idrico e lo smaltimento nel bacino del fiume, in un’area che si estende dall’Altopiano di Asiago ai Colli Euganei.
L’intervento rientra tra le azioni pilota del progetto europeo Interreg Italia-Croazia “Wastereduce”, sviluppato in collaborazione con i Comuni rivieraschi. L’obiettivo del progetto è la ricerca di soluzioni innovative per diminuire l’impatto ambientale dei materiali di scarto nelle aree naturali.
I dispositivi sono stati posizionati in punti strategici di due Comuni particolarmente colpiti da continui episodi di scarico abusivo. I sopralluoghi condotti da Etra in questi territori avevano infatti evidenziato una situazione critica su due fronti: da un lato, l’accumulo di resti legati ad attività ricreative, come pic-nic e bivacchi; dall’altro, veri e propri illeciti ambientali, con lo sversamento di ingombranti e materiali pericolosi da parte di privati.
Attive 24 ore su 24, le videocamere fungeranno sia da deterrente sia da strumento di indagine. Le immagini registrate saranno infatti messe a disposizione della Polizia Locale competente per territorio. Grazie a questa sinergia, sarà possibile identificare i responsabili degli abbandoni e procedere con le sanzioni previste dalla legge, arrivando nei casi più gravi anche alla denuncia penale.
L’intervento è stato ritenuto necessario non solo per una questione di decoro, ma soprattutto per la tutela della salute pubblica e dell’ecosistema fluviale. I materiali abbandonati, in particolare quelli pericolosi, se esposti agli agenti atmosferici possono rilasciare sostanze tossiche che si infiltrano nel terreno, rappresentando una minaccia diretta per le falde acquifere e per la qualità delle acque del Brenta.





















