Cambridge: uno studio classifica la monogamia animale

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Fedeltà animale
Fedeltà animale

L’Università di Cambridge ha pubblicato una ricerca che stila una classifica dei mammiferi più monogami, utilizzando un approccio innovativo. Lo studio, apparso sulla rivista Proceedings of the Royal Society B Biological Sciences, ha permesso di assegnare un “punteggio” di fedeltà coniugale a diverse specie, inclusa quella umana.

Fino ad ora, l’analisi della monogamia si era basata su metodi differenti. Per gli esseri umani, gli scienziati hanno utilizzato principalmente il record fossile e le indagini sul campo. Nel mondo animale, invece, le conclusioni sull’esclusività del partner derivavano da osservazioni dirette in natura e, in alcuni casi, da test di paternità per chiarire i sistemi di accoppiamento.

Il nuovo metodo sviluppato a Cambridge si basa invece su un modello informatico che analizza la proporzione tra fratelli “puri” (che condividono entrambi i genitori) e fratellastri all’interno di una specie. La logica è semplice: le specie più monogame tendono a generare più fratelli, mentre quelle più promiscue presentano una maggiore incidenza di fratellastri. Questo modello integra i dati genetici con gli studi comportamentali sulle strategie riproduttive.

I risultati hanno confermato che la monogamia è un tratto poco diffuso tra i mammiferi. Gli esseri umani figurano tra le poche eccezioni, in compagnia di specie come i suricati e i castori. Al primo posto assoluto, con un tasso di monogamia del 100%, si è classificato il Peromyscus californicus, un roditore nordamericano.

La maggior parte degli altri mammiferi, inclusi quasi tutti i primati ad eccezione dei gibboni, ha mostrato un approccio molto più “libertino” alla vita di coppia. Queste scoperte sembrano rafforzare l’ipotesi, sostenuta da tempo da alcuni scienziati, secondo cui la monogamia avrebbe rappresentato una delle basi fondamentali per lo sviluppo della cooperazione sociale e, di conseguenza, della cultura umana.

Tuttavia, il quadro è più complesso di quanto appaia. La ricerca ha misurato la monogamia riproduttiva, ovvero la tendenza a procreare con un unico partner, e non il comportamento sessuale in senso lato. È noto che gli esseri umani dispongono di metodi per separare la sessualità dalla riproduzione.

Inoltre, il contesto storico e culturale gioca un ruolo cruciale. Circa l’85% delle società pre-industriali, ad esempio, permetteva la poligamia. Questo suggerisce che la monogamia sociale, come norma, potrebbe essere un’istituzione relativamente recente nell’evoluzione della nostra specie.

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