Inquinamento: Pianura Padana tra le peggiori d’Europa

72
Qualità aria
Qualità aria

Un recente rapporto dell’Agenzia Ambientale Europea ha lanciato un grave allarme sulla qualità dell’aria nel bacino padano, confermandolo come una delle aree più critiche del continente. L’analisi ha evidenziato concentrazioni di particolato fine (PM2.5) e biossido di azoto (NO2) che superano costantemente e in modo significativo i limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Questi dati non rappresentano solo una statistica ambientale, ma si traducono in un pesante fardello per la salute pubblica. Secondo gli esperti che hanno curato lo studio, l’esposizione cronica a tali livelli di inquinanti è direttamente collegata a un aumento dell’incidenza di patologie respiratorie croniche, come l’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), oltre a un rischio maggiore di eventi cardiovascolari quali infarti e ictus.

Il rapporto ha stimato che l’inquinamento atmosferico nella Pianura Padana contribuisce a una riduzione media dell’aspettativa di vita che può arrivare fino a 24 mesi nelle zone più colpite. I più vulnerabili sono i bambini, il cui apparato respiratorio è ancora in via di sviluppo, e gli anziani, spesso già affetti da altre patologie.

Le cause di questa situazione sono una combinazione complessa di fattori geografici e antropici. La conformazione orografica della pianura, circondata dalle Alpi e dagli Appennini, crea un “effetto catino” che impedisce la dispersione degli inquinanti, specialmente durante i periodi di alta pressione invernale. A ciò si aggiunge l’elevata densità di popolazione, la forte concentrazione di attività industriali, il traffico veicolare intenso e le pratiche agricole intensive, in particolare l’uso di fertilizzanti azotati e lo spargimento di liquami zootecnici, che sono tra i principali precursori del particolato secondario.

Di fronte a questo scenario, il documento dell’Agenzia Ambientale Europea ha sollecitato l’adozione di misure strutturali e non più emergenziali. Tra le raccomandazioni spiccano la necessità di accelerare la transizione verso la mobilità elettrica e di potenziare il trasporto pubblico locale, riducendo così le emissioni del settore dei trasporti.

È stato inoltre sottolineato il bisogno di imporre limiti più stringenti alle emissioni degli impianti industriali e del settore del riscaldamento civile, promuovendo l’efficienza energetica e l’uso di fonti rinnovabili. Un capitolo importante è dedicato all’agricoltura, per cui si suggeriscono tecniche di coltivazione e di gestione degli allevamenti a basso impatto ambientale.

La sfida per il futuro del bacino padano sarà quella di conciliare lo sviluppo economico con la tutela della salute e dell’ambiente. Sarà necessario un intervento coordinato che coinvolga governi, amministrazioni locali, imprese e cittadini, perché solo un’azione congiunta potrà invertire una tendenza che ha già avuto costi umani e sociali altissimi.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome