Calcio: Messi e Neymar, bivio Mondiale: vincere per consacrarsi

Le stelle di Barcellona e Paris Saint Germain puntano a trascinare Argentina e Brasile al titolo

NAPOLI – Gli ingaggi nei rispettivi club, Barcellona e Paris Saint Germain, sono da star milionarie. Entrambi vincono, anche se non sempre a mani basse. In teoria, a Leo Messi e Neymar non mancano i requisiti da campionissimo. In teoria, già. Perchè in realtà a entrambi manca la proverbiale ciliegina sulla torta: vincere un Mondiale. E riuscirci da trascinatori. L’unico passaporto possibile per passare da campioni a leggende.

Doblete e macchia Champions

Se guardiamo solo ai risultati, la stagione di Messi e del suo Barcellona è stata positiva: Liga e Coppa del Re in bacheca ma con la macchia pesante dell’eliminazione in Champions contro la Roma. “Vincere la Liga e vincere la Champions sono cose diverse – ha ammesso l’argentino –  L’anno del Barça è stato spettacolare. In tutto l’anno abbiamo perso tre partite, ma abbiamo avuto la sfortuna di uscire fuori dalla Champions. Se scambierei il Doblete con la Champions? Vincere Liga e Champions è molto importante. Non è facile. Nonostante quello che ci è successo in Champions, la stagione è stata buona, anche se che avremmo voluto vincere più Champions, specialmente negli ultimi tre anni.Ma non c’è bisogno di sminuire la stagione che abbiamo fatto”. In realtà, dietro le parole di Leo c’è un retrogusto amaro, quello del campione che si sente incompleto.

Leo e la maledizione di Diego

Più del blaugrana, il colore dell’incubo di Messi è l’albiceleste, quello della Seleccion. Con l’Argentina, la Pulce non ha mai brillato. E anche quando, come nel 2014, la Seleccion è arrivata in finale, lui non è mai riuscito a trascinare la squadra. E’ la maledizione di Diego, la pietra di paragone tra Messi e Maradona: Leo è un grandissimo ma non ha mai vinto un Mondiale da solo come riuscì invece al Pibe de Oro nell’86 in Messico.

Una ‘scimmia’ che Leo si porta sulla spalla da quando veste la maglia della Seleccion, con l’aggravante di aver avuto attorno a sè sempre compagni di squadra di eccellente qualità, a differenza di quanto invece era accaduto al capitano del Napoli in Messico. Chiaro il concetto: solo vincendo il Mondiale con l’Argentina, Messi potrà ridurre il gap con Diego. E considerato che ha 30 anni, il torneo iridato che sta per iniziare in Russia potrebbe davvero essere l’ultima occasione.

La vendetta di Ney

Rispetto al suo ex compagno di squadra Messi, Neymar vola in Russia con qualche chance in più. Intanto il suo Brasile, dopo il tonfo 2014, è ripartito da zero e ha messo a frutto il nuovo corso del ct Tite: oggi, insieme all’eterna Germania, è la principale favorita del torneo. La Selecao arriva in Russia forte di un percorso di qualificazione perfetto e con una squadra che per talento e abbondanza viene accostata in patria a quella vincente del ’70 con Pelè o a quella dell’82, che in Spagna si arrese solo ai gol di Pablito Rossi. Dal canto suo, Neymar si è messo alle spalle il grave infortunio ed è tornato in campo carico a mille, finalmente capace di prendersi sulle spalle la nazionale.

O’ Nei, domenica a Vienna contro l’Austria, è tornato in campo dal 1′ dopo aver ‘assaggiato’ il campo contro la Croazia. Il risultato è musica per le orecchie di Tite: il fuoriclasse del Psg è in gran forma e dopo il gol segnato ai croati fa il bis, siglando il raddoppio del Brasile contro l’Austria al 18′ con un’ubriacante slalom mette a sedere un difensore con una finta di suola e fulmina Lindner. Molte palle gol create, tanto movimento che azzera anche qualche incertezza difensiva. 

Neymar è pronto a prendersi sulle spalle la Selecao, a cancellare l’onta del 2014 da trascinatore assoluto. A lui, il ct Tite ha affidato le ‘chiavi’ della squadra: “Oltre il centrocampo, non diamo riferimenti: non so come faranno i nostri avversari.. Sentiamo la pressione addosso a noi, ma che devo dire: siamo il Brasile, e tutta questa pressione è un bene”. La sfida a distanza anche con Messi è lanciata.

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