MILANO: È stato Antonio Nunez Martinez, 41enne originario della Repubblica Dominicana, ad uccidere a coltellate la compagna. La vittima, trovata senza casa nella propria abitazione in via Pezzotti, si chiamava Mora Alvarez Alexandra del Rocio, era ecuadoregna ed aveva 49 anni.
Il litigio in strada, poi la coltellata
Un solo colpo, fatale, sferrato per uccidere. Una coltellata al petto inflitta con violenza e che non le ha lasciato scampo. Il movente alla base del delitto è di carattere passionale. Lo ha affermato lo stesso esecutore materiale dell’omicidio, avvenuto a pochi passi da un noto locale notturno frequentato da sudamericani. Un litigio, l’ennesimo, come già accaduto in passato ma questa volta dall’epilogo drammatico. Perché questa volta le ha mostrato un coltello e senza neanche provare a risolvere la situazione glielo ha piantato in petto. E per la donna non c’è stato niente da fare.
L’interrogatorio e la confessione
“L’ho fatto per gelosia”, queste le uniche parole dette dal compagno della vittima al termine dell’interrogatorio che ha preceduto il suo trasferimento nel carcere di San Vittore. Poche parole, dure, testimonianza di un momento forse di follia che ha posto fine alla vita della donna. La quale, soccorsa dal personale del 118 contattato da alcuni passanti che si sono trovati in zona poco dopo, è morta in ospedale poco dopo il ricovero. I due erano insieme non da molto, appena due mesi. Lui magazziniere in una ditta di spedizioni, lei portinaia. Avevano iniziato da poco tempo la loro relazione, un rapporto apparso sin da subito tutt’altro che sereno. Anche se quella sera sembrava essere andato tutto per il verso giusto all’interno di una nota discoteca. Fino al litigio, uno sguardo di troppo concesso forse, senza dubbio causa della follia dell’uomo. L’arrestato è stato interrogato in caserma dal pm Gianluca Prisco e proprio durante l’interrogatorio ha confessato la dinamica e confermato il movente dell’accaduto. Il pubblico ministero ha disposto il fermo per omicidio per il 41enne che è stato portato nel carcere di San Vittore.