ROMA – Roberto Saviano, che avendo dalla sua parte grandi editori e parte dell’opinione pubblica, quella che la sua storia non la conosce se non per quella che viene raccontata nei salotti televisivi ‘amici’, è salito in cattedra (di nuovo) per dare lezioni al ministro dell’Interno Matteo Salvini su quelli che sono i suoi doveri da ministro dell’Interno. “Salvini arriva al Viminale dimenticandosi che, nel su mandato, tra le sue priorità, deve garantire la sicurezza degli italiani, la vera sicurezza, minacciata ogni giorno dalle organizzazioni criminali – scrive sul quotidiano Le Monde – Il contratto tra Lega e M5S non parla della criminalità organizzata, se non in modo del tutto marginale”. Salvini – sottolinea Saviano – ignora cosa sono e come operano le organizzazioni criminali. Lo ignora e per nasconderlo parla dei migranti. Per nasconderlo, fa comunicazione sui social network”.
Tra il dire e il fare…
Il ministro, che di ipotetici grilli parlanti non sa che farsene, non ha tardato a rispondere al più presenzialista e conoscitore per interposta persona (condannato per plagio per avere copiato proprio articoli di ‘Cronache’) dei fenomeni criminali. “Quelle di Saviano sono polemiche inesistenti – dice e scrive in un post – Non sono io che decido a chi assegnare le scorte. Ci sono degli organismi appositi. Saviano continui a scrivere, a pontificare. E’ l’ultimo dei miei problemi. Il mio problema è combattere la mafia. L’antimafia a parole è un conto, ma io preferisco sostenere chi la mafia la combatte nei fatti. Io sto con l’antimafia nei fatti. Di quello che fa Saviano, della sua casa a New York, dei soldi non mi interessa”.
Se Ciro in Gomorra è l’Immortale, Saviano in Italia è l’Intoccabile
Dopo la risposta di Salvini, apriti cielo e spalancati terra, dalle forze di opposizione, con l’ex presidente della Camera Laura Boldrini passando per il dem Ettore Rosato e l’esponente di Leu Roberto Speranza scatta la solidarietà a Saviano, per cosa non si sa. “Solidarietà a Roberto Saviano – scrive via Twitter Speranza – La minaccia di togliere la scorta a un simbolo anticamorra ha il profumo di ritorsione. E per questo è inaccettabile”. Dal democrat Graziano Del Rio l’invito a Salvini a rinunciare alla sua di scorta. Un putiferio.
Tempesta in un bicchere d’acqua
Dalla Lega spiegano quello che era già chiaro ai più. “Nessuna minaccia da parte del Ministro dell’Interno, il quale ha semplicemente affermato che saranno le istituzioni competenti a valutare se Saviano corra qualche rischio – spiegano dalla Lega – Ed è proprio compito delle istituzioni verificare in maniera approfondita il modo in cui vengono spesi i soldi dei cittadini. Non accettiamo che le dichiarazioni di Salvini vengano distorte o volutamente fraintese al solo fine di dare vita a una nuova polemica sterile e strumentale da parte del Partito Democratico”.
Strategia a basso prezzo
Chiarito che non c’è stata nessuna minaccia resta da capire la necessità di utilizzare senza nessuna logica il termine antimafia o anticamorra come se questo contraddistinguesse un cerchio chiuso di persone. Un tratto distintivo di personalità e di coscienza potrebbe essere quello pro mafia o pro camorra e non il contrario considerato che la realtà è che l’antimafia e l’anticamorra sono in ogni onesto cittadino e non solo in chi se ne appropria per vendersi come se fosse il migliore. Ma migliore di chi?