Roma, 24 giu. (LaPresse) – “Negli ultimi anni, dopo un bel percorso comune, mi sono spesso trovata in disaccordo con i tempi, con i modi e con i contenuti scelti da Giovanni Toti. Ma non posso non condividere alcune delle sue riflessioni di oggi su La Stampa” . Lo scrive su Facebook Deborah Bergamini, deputata Toscana di Forza Italia. “Forza Italia – scrive Bergamini – ha dovuto affrontare anni durissimi, sopravvivendo ad un mare in tempesta che avrebbe distrutto qualsiasi nave. La nostra è riuscita a resistere, si è messa in salvo, ma ora deve tornare a navigare spedita in un mare molto diverso da quello a cui è abituata”. “Per questo”, sostiene la deputata azzurra, “non possiamo permetterci il lusso di perdere altro tempo. Occorre rimettersi da subito in moto con idee chiare, programmi precisi e un posizionamento riconoscibile. Concordo su questo dunque con Giovanni. E mi piacerebbe anche che chi, come Giovanni, pensa di poter esercitare ruoli di leadership nel nostro movimento si facesse avanti a viso aperto, senza linguaggi fumosi ma anche senza che questo venisse interpretato come un atteggiamento ‘eversivo’. Il nostro movimento ne beneficerebbe”.
sottolinea
“Il dibattito sulle prospettive di Forza Italia è in questo momento vitale per noi, dobbiamo incoraggiarlo, e non può ridursi a decidere se sia meglio fare i liberali nella Lega o i leghisti in Forza Italia, anche perché la risposta sarebbe: nessuna delle due cose. Forza Italia ha una storia, un’identità politica, costruita sapientemente dal Presidente Berlusconi e alla quale tutti noi abbiamo contribuito. Un’identità che non si può né disperdere né confondere ma che ha necessità di aggiornarsi, di adeguarsi ad un mondo profondamente mutato negli ultimi anni. Per molti di noi è stato sorprendente e doloroso dover osservare come alcune delle battaglie e dei temi portati avanti dal Presidente Berlusconi siano stati cavalcati con successo da altri partiti e non da Forza Italia”. “L’Italia di oggi – conclude Bergamini – ha bisogno di ambizione, non di modestia, da parte della sua classe politica. E personalmente sono convinta che se sapremo ritrovare quell’ambizione nelle parole, nelle idee e nei programmi, potremo restituire a Forza Italia la leadership ideale e culturale che dal 1994 ad oggi ne ha fatto il movimento più influente nel nostro Paese (e fino alle ultime elezioni anche del centrodestra). O Forza Italia riesce a farsi interprete delle nuove necessità della società italiana oppure saranno inevitabilmente queste necessità a cercarsi altri interpreti”.