ISTANBUL – E’ stato un vero e proprio trionfo quello ottenuto da Recep Tayyip Erdogan. Ma è una Turchia tutt’altro che pacificata quella che esce dalle elezioni che hanno nuovamente incoronato ‘il sultano’ con quasi il 53% dei consensi.
“Ha vinto la democrazia”
A scrutinio pressoché concluso (98%), il capo dello stato uscente si è detto ormai certo della rielezione, che stavolta gli metterà in mano i larghissimi poteri attributi dal nuovo sistema presidenziale. “Una vittoria della democrazia”, l’ha definita, rivendicando il successo in un breve discorso. Il suo avversario, Muharrem Ince, ha ammesso la sconfitta e dichiarato: “La competizione non è stata equa, ma accetto che Erdogan ha vinto”. Anche la coalizione che sostiene Erdogan mantiene la maggioranza assoluta in Parlamento, grazie al risultato sopra le attese dei nazionalisti dell’Mhp, veri vincitori di questo voto. Senza di loro, l’esito sarebbe stato rovesciato. Ora, per il Sultano si profila un mandato di cinque anni con poteri quasi assoluti, ma in un Paese sempre spaccato a metà.
Priorità all’economia della Turchia
Gli ambasciatori dell’Osce inviati in Turchia per vigilare le elezioni hanno parlato di restrizioni delle libertà fondamentali. Ignacio Sanchez Amor, a capo della delegazione spedita in terra turca, ha sottolineato che l’opposizione non ha potuto fare campagna con eguali condizioni rispetto alle forze che sostenevano il presidente Erdogan. Ad ogni modo Erdogan inizierà il suo nuovo mandato curando con particolare interesse l’economia del Paese, dopo il crollo della lira turca che negli ultimi due mesi ha perso il 20%.