TRENTO – Quando la passione può ucciderti. Un giovane è morto ieri, sui Monti Lessini, praticando lo slackline. Uno sport estremo che prevede il passaggio da una montagna all’altra camminando su delle corde sospese nel vuoto. Un sistema di moschettoni dovrebbe assicurare la sicurezza per i praticanti. Così non è stato, non ieri, al confine tra Trento e Verona.
Slackline sui Monti Lessini, i moschettoni cedono
Il ragazzo si trovava insieme ad altri amici, tutti appassionati della disciplina. Avevano scelto i Monti Lessini per poter trascorrere qualche ora di pura adrenalina. A 1400 metri di quota, scenario ideale per poter praticare lo slackline. Quello che non sapevano è che, questa volta, le cose sarebbero andante nel verso opposto rispetto a quanto immaginato. Poco prima delle 19, in una zona tra Passo delle Fittanze e Sega di Ala, la vittima si trova sulla corda sospesa. Sta camminando, quando qualcosa va storto. Secondo una prima ricostruzione, ancora del tutto approssimativa, il sistema di moschettoni ha ceduto. E’ l’anticamera della tragedia, che si consuma nel momento in cui il giovane perde l’equilibrio e cade. Il volo è tremendo, oltre 200 metri prima di schiantarsi al suolo.
Inutili i soccorsi, partono le indagini
Gli altri membri della comitiva, tra il panico e la disperazione, chiamano i soccorsi. Arrivano l’eliambulanza e la squadra di soccorso alpino. Una volta individuato il punto in cui la vittima è caduta. Sono 14 i soccorritori che si precipitano da lui. Ma quel volo, quella passione, sono stati fatali. Il ragazzo è già morto. Sul fatto indagano ora i carabinieri di Trento. Bisognerà capire cosa non abbia funzionato. Se sia trattato di un incidente inevitabile, se ci sia stata imprudenza, se sia stato commesso qualche errore nella ‘preparazione’ alla camminata sulla corda. Fatto sta che un ragazzo è morto, facendo ciò che gli piaceva fare.