ROMA – Il vicepremier Luigi Di Maio rinnova il patto di ferro con le imprese: il governo dichiara guerra solo ai ‘prenditori’. A chi sfrutta i soldi pubblici per metterseli in tasca e non per creare lavoro. E ne ha anche per le banche, categoria che è nel mirino del Movimento Cinque Stelle da sempre (vedi la battaglia del deputato Carlo Sibilia nell’ultima commissione parlamentare della scorsa legislatura): per Di Maio è “mafioso” l’atteggiamento di alcune banche. Lo ha detto questa mattina, al margine dell’incontro con l’imprenditore calabrese Nino De Masi, sotto scorta dopo aver denunciato la ‘ndrangheta. “La mafia – ha detto il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico – è un atteggiamento prima di tutto. Prima ancora di una organizzazione criminale è un atteggiamento. Questo tipo di atteggiamento lo vediamo anche in alcune banche: ci sono sentenze che riconoscono l’usura di alcuni istituti di credito. L’atteggiamento mafioso a volte lo vediamo anche in alcuni esponenti e in alcune organizzazioni dello Stato”.
Di Maio, le imprese e il ‘caso De Masi’: è un imprenditore coraggioso, il governo sta con lui
“De Masi – ha detto Di Maio -l’ho incontrato stamattina al Ministero del Lavoro. E’ uno di quegli imprenditori coraggiosi che ha denunciato e combattuto le organizzazioni criminali. Una persona che sta lottando ogni giorno per tenere in piedi la sua impresa al fine di riuscire a tutelare i suoi dipendenti dalla disoccupazione. Un uomo che ha avuto la forza di denunciare tutto quello che succede nel mondo delle banche e negli istituti di credito. Dobbiamo ricominciare a rivendicare e a esigere rispetto dallo Stato, perché se quest’ultimo sarà rispettato, saranno rispettati anche i cittadini”.
I tavoli di crisi e le aziende ‘furbette’
“Nei prossimi giorni – ha poi annunciato il vicepremier – parteciperò a diversi tavoli di crisi, così come ho fatto nei giorni scorsi. E’ un’attività che mi sta aiutando a comprendere come ha funzionato il Sistema Italia in questi anni. Male. Voglio raccontarvi tre casi di grandi aziende e multinazionali che, per farla breve, stanno prendendo in giro lo Stato Italiano. Queste tre storie rendono l’idea di cosa abbiamo davanti e di quello che faremo…”
Il primo caso: 30 milioni di utili a spese dello Stato
Per una evidente ragione di privacy (e per evitare querele per diffamazione), Di Maio omette i nomi delle imprese che “hanno preso in giro l’Italia”, ma le descrive una per una. La prima: “Una ha ottenuto circa 30 milioni di euro di cassa integrazione in cambio di una ristrutturazione dell’assetto aziendale. L’accordo era che avrebbe reinserito i cassaintegrati alla fine del processo di riorganizzazione aziendale. E invece, finiti i soldi dello Stato, li vuole mettere tutti in mezzo ad una strada. Guarda caso in questo lasso di tempo ha fatto circa 30 milioni di euro di utili”.
Il secondo: centinaia di famiglie lasciate senza stipendio
“Un’altra azienda, dall’oggi al domani senza preavviso, decide di andare via dall’Italia lasciando centinaia di famiglie senza lavoro. Anche questa si era impegnata anni fa a sostenere i livelli occupazionali, a seguito di un accordo con lo Stato italiano. Anche questa in ottima salute finanziaria. Poi una mattina gli operai si sono ritrovati la lettera di licenziamento”.
La terza: dopo i contributi ha de localizzato in Messico, Usa e Irlanda
“La terza azienda ha deciso dall’oggi al domani di chiudere e andare in Messico, Usa e Irlanda dopo aver ottenuto dallo Stato diversi interventi con incentivi, formazione del personale e quant’altro. Io sono e sarò sempre dalla parte degli onesti lavoratori e delle aziende che fanno grande l’Italia, pagano tasse e fanno tanti sacrifici per sopravvivere alla burocrazia e alla corruzione. Ma non sarò mai dalla parte delle aziende che si approfittano dello Stato, quelle che prendono soldi pubblici, fanno utili e scappano ai danni dei lavoratori, quelle che danno una parola al Ministro e poi la tradiscono”.
La musica è cambiata: “I precedenti governi vi hanno abituato male”
“I precedenti governi vi hanno abituato male, vi hanno fatto fare qualsiasi cosa fregandosene dei cittadini, dei lavoratori e degli impegni presi, ma ora è diverso. C’è un nuovo governo e con noi la musica cambia. Da oggi si porta rispetto all’Italia, allo Stato e ai lavoratori che trovate qua. Siamo felici di accogliere le imprese che vogliono investire qui e daremo sempre un valore aggiunto al nostro lavoro che trovate solo da noi in Italia. Ma non tollereremo più le prese in giro e i ricatti. Siamo un Paese di imprenditori, i prenditori non li abbiamo mai sopportati”.