MOSCA – E’ l’uomo più chiacchierato, il più amato ma anche il più odiato, il più apprezzato ma anche il più disprezzato. Neymar. Da una parte il talento, smisurato, tradotto in giocate d’alta scuola e da gol pesanti. Rete dell’1-0 e assist per Firmino nell’ottavo di finale contro il Messico. Ma è proprio dopo la gara contro il Tri che su O’Ney si sono scatenate le polemiche più feroci. Per quegli atteggiamenti che, fin dai tempi del Santos, caratterizzano la carriera della stella brasiliana.
Neymar, il Brasile ha il suo trascinatore
Nel momento di massimo splendore della sua carriera, Neymar sembra aver raggiunto la definitiva maturità in campo. Sul terreno di gioco, l’ex Barcellona non volteggia più solo alla ricerca di una giocata personale. Di un colpo a effetto. Della gloria individuale. Anzi. Neymar, nel Brasile più che col Psg, è un esterno d’attacco che rientra quando serve. Offre sostegno al reparto arretrato, si sacrifica e non ci pensa due volte se c’è la possibilità di servire un compagno meglio piazzato. Autentico trascinatore di un Brasile trasformato nella sua essenza da Tite. Meno fumo, più arrosto. Quattro anni fa, il Mondiale casalingo di Neymar si chiuse ai quarti per il colpo assestato nella bassa schiena da Zuniga. Ma nonostante i 4 gol segnati nelle prime tre gare, O’Ney non aveva mai dato l’impressione di potersi caricare la squadra sulle spalle. Di certo, non come oggi.
“Sceneggiate continue, si vergogni”. L’altro Neymar…
Ma non tutto è oro ciò che luccica. Alla classe, il brasiliano ha sempre ‘abbinato’ atteggiamenti molto discutibili in campo. L’appellativo di simulatore lo accompagna fin da quando, praticamente da ragazzino, incantava in patria. Da qualche tempo, però, Neymar si è evoluto. Ai tuffi accompagna autentiche sceneggiate. Voli pindarici e reazioni sproporzionati anche dopo colpi apparentemente normali. “Se Neymar non sopporta di essere sfiorato, che si dedichi a un altro sport”. Questo il commento sarcastico di Layun al termine della gara di ieri. I due sono stati protagonisti di un episodio a metà della ripresa. Il messicano, con l’attaccante del Psg a terra e fuori dal campo, gli ha rifilato un pestone nel tentativo di impossessarsi del pallone. In verità, un colpo affatto intenso da qualsivoglia angolazione lo si veda. Tanto è vero che dal Var non è arrivata alcuna indicazione. “È una vergogna che si comporti così e che gli arbitri consentano simili sceneggiate e perdite di tempo”, il commento più duro del ct messicano Osorio. Amato per la sua classe, disprezzato per atteggiamenti infantili e sleali. O’Ney, l’uomo più chiacchierato di Russia. Intanto, lui e il Brasile si godono i quarti di finale.