MATERA – Nomine, incarichi e concorsi nelle aziende sanitarie regionali: in manette è finito il governatore della Regione Basilicata Marcello Pittella. Il politico del Pd, fratello del senatore dem Gianni, è stato raggiunto da un’ordinanza cautelare assieme ad altre 29 persone. A far scattare i provvedimenti un’inchiesta della Procura di Matera sul sistema sanitario lucano. Pittella è stato ristretto agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Lauria in provincia di Potenza.
Le accuse: reati contro la Pubblica amministrazione
Circa cento unità della Guardia di finanza dispiegate per questa operazione che, oltre a Pittella, ha coinvolto diversi dirigenti dell’ambito sanitario lucano. Le ordinanze cautelari emesse dal gip del Tribunale di Matera riguardano trenta persone. Per l’accusa rispondono, a vario titolo, di “fatti riconducibili a reati contro la Pubblica amministrazione”. Lente d’ingrandimento puntata, in particolar modo, su nomine, incarichi e concorsi nelle aziende sanitarie della Basilicata. “Una vicenda surreale” hanno fatto sapere persone molto vicine al governatore, che da poco aveva ricevuto l’indirizzo dal Partito democratico di riproporsi alla guida della Regione per un altro mandato nelle elezioni in agenda nei prossimi mesi. La maggioranza è adesso a raccolta per decidere il da farsi. Le funzioni di presidente sono per il momento nelle mani dell’assessore regionale Flavia Franconi che ha convocato una riunione dei suoi in Regione.
In manette dirigenti della Sanità lucana
E’ finito in manette anche il commissario straordinario dell’Asl di Matera Pietro Quinto, che ha già annunciato le dimissioni. Dietro le sbarre il direttore amministrativo dell’Asm Maria Benedetto, mentre è ai domiciliari il direttore amministrativo dell’azienda ospedaliere regionale San Carlo di Potenza Maddalena Berardi; arresti in casa anche per il commissario straordinario dell’Asl di Potenza, Giovanni Chiarelli e per un dirigente del Centro oncologico regionale della Basilicata di Rionero, Gianvito Amendola. Coinvolti anche il direttore generale Vito Montanaro e il responsabile dell’anticorruzione Luigi Fruscio dell’Asl di Bari: gli è stato contestato un presunto abuso d’ufficio per un concorso ritenuto ‘truccato’.