MILANO (LaPresse) – Mario Borghezio, eurodeputato della Lega, si esprime in merito alla bufera che ha coinvolto i fondi della Lega. “Se i fondi sono stati usati male è giusto che arrivino sanzioni. Ma quello è denaro sacro, ce lo siamo guadagnato col consenso dei cittadini. Io non parlo di Genova, perché nulla so. Sui finanziamenti vedo molto fumus persecutionis. Non siamo ai gulag, ma alla persecuzione giudiziaria da parte di una magistratura politicizzata“. Così l’eurodeputato della Lega, Mario Borghezio, in un’intervista al Corriere della Sera.
Le rivelazioni di Borghezio e l’estraneità ai fatti di Salvini
Per Borghezio il leader Matteo Salvini non ha responsabilità: “No, a me sembra estraneo ai fatti“, dice. E Bossi? “Quando io avevo una rivistina andai a lamentarmi da Bossi perché non avevo i soldi e dovevo usare i fondi personali da parlamentare. Umberto mi disse ‘Mario, quanto ti serve?’ Io risposi che 20 o 30 mila euro potevano bastare“. E ancora: “Mi disse ‘vai da Belsito che ti dà quel che ti serve‘”, afferma Borghezio.
Bossi gli aveva consigliato di chiedere il denaro a Belsito
“Io andai dal tesoriere – racconta Borghezio -, lo guardai in faccia e uscii senza un soldo. Decisi che preferivo rimanere a piede libero e pulito. Non voglio dire che Bossi non fosse in condizione di capire cosa accadeva, ma era malmesso.
Eravamo terrorizzati, aveva un elenco di pillole che sembrava un’enciclopedia”.
“E lo scandalo scontrini? Un anno e mezzo prima dissi ai miei in Piemonte ‘se c’è qualcosa che non va mettete a posto le cose, altrimenti vado in Procura’. Infatti quando scoppiò il caso i signori della Procura vennero da me e mi dissero che non avevo nulla da temere”. Quanto alla sede in via delle Stelline a Milano “nulla so, nulla voglio sapere“, chiosa Borghezio.