ROMA – Il parere negativo dell’Autorità anti-corruzione non basta per annullare la gara di vendita dell’Ilva. Lo afferma il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, in un’intervista al Corriere della Sera. “Non credo che il governo possa farlo per questo motivo – ha dichiarato – Il nostro provvedimento è un parere e non contiene soluzioni”. Sarà invece il governo a dover fare “autonome valutazioni”. “Quando il ministro Di Maio pubblicherà la nostra nota e la sua richiesta sarà tutto più chiaro” ha aggiunto. “Il parere ci è stato chiesto. Una decina di giorni fa ho incontrato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Fra le altre cose mi ha parlato della vicenda Ilva e di possibili criticità nella gara. Ho prospettato che forse non eravamo competenti ma lui ha evidenziato profili di nostra spettanza. Non abbiamo fatto accertamenti, né potevano farli”.
Cicchitto: niente più alibi per Di Maio
“Cantone ha tolto ogni alibi a Di Maio che adesso deve dire se fa andare avanti l’ipotesi Ilva o la butta per aria. Comunque sta giocando col fuoco costituito da una delle più importanti acciaierie d’Europa e da 15mila dipendenti”. Lo dice in una nota Fabrizio Cicchitto, presidente di Riformismo e Liberta’, ex presidente commissione Affari esteri della Camera.
Carfagna: annullare la gara, scelta drammatica
“Annullare la gara sull’Ilva sarebbe una scelta nelle facoltà del ministro, ma dalle conseguenze drammatiche per i lavoratori e per l’economia” afferma in una nota Mara Carfagna, vice presidente della Camera (Fi). “Strumentalizzare le osservazioni di Raffaele Cantone sulle modalità di espletamento della gara, che per lo stesso presidente dell’Anac non va annullata, ha un solo scopo per Di Maio: trovare un appiglio per non decidere”. Il tutto “dopo aver passato anni e la recente campagna elettorale a promettere la chiusura o una fantomatica trasformazione dell’acciaieria in parco giochi. Pur di non spaccare il Movimento e smentire Beppe Grillo, il ministro gioca sulla pelle di 14mila lavoratori e sulle tasche dei contribuenti italiani, che si troverebbero a pagare le penali e le perdite attuali della società”.