Migranti, Open Arms denuncia Italia e Libia dopo lo sbarco a Maiorca: “Si sono macchiate di omicidio colposo”

Il fondatore della ong Oscar Camps è andato in tribunale dopo aver 'accolto' i rifugiati

Open Arms a Maiorca
Josepha, a 40-year-old woman from Cameroon who was rescued at sea, is carried off the Proativa Open Arms boat upon arrival in Palma de Majorca on July 21, 2018. Two vessels of Spanish NGO Proativa Open Arms involved in rescuing migrants in the Mediterranean arrived in the Spanish port of Palma carrying a woman found drifting on a deflated dinghy off Libya as well as the bodies of a boy and another woman. / AFP PHOTO / PAU BARRENA

PALMA DI MAIORCA – I governi di Italia e Libia denunciati per omicidio colposo. A procedere è stato Oscar Camps, fondatore della ong Open Arms, dopo l’attracco di una nave carica di migranti a Palma di Maiorca. Qualche giorno fa, una donna e un bambino furono trovati morti in mare nel territorio libico, mentre un’altra donna riuscì a sopravvivere aggrappandosi ai resti di un’imbarcazione.

Open Arms contro Italia e Libia: “Denunciate per omicidio colposo”

Più che uno sbarco, è stato uno show mediatico. Camps si è fatto accompagnare dal giocatore dell’Nba Marc Gasol. Assieme hanno ‘accolto’ i migranti, sbarcati sull’isola di Maiorca. Poi, il fondatore di Open Arms è filato dritto in tribunale per denunciare i governi di Libia e Italia con l’accusa di omicidio colposo. “Spero che la procura spagnola indaghi sulla guardia costiera libica e su quella italiana, abbiamo denunciato anche il capo della petroliera libica per omissione di soccorso e omicidio”, il commento a seguito. Secondo quanto sostenuto dalla ong, la guardia costiera libica avrebbe lasciato affondare il barcone sul quale c’erano le due persone morte senza prestare soccorso. Ricostruzione che ha già trovato varie smentite, sulle quali Camps ha rincarato la dose attaccando l’Italia “che ci accusa di mentire, diffamare e insultare”.

Non solo Camps, anche Josefa va all’attacco

Secondo le notizie che rimbalzano dalla Spagna, anche la donna di origini camerunesi ritrovata in mare quattro giorni fa procederà con una denuncia nei confronti di Libia e Italia. Josefa, questo il suo nome, sarebbe rimasta in acqua per due giorni tra i resti di un gommone. Dopo essere sbarcata a Maiorca, dovrebbe essere portata al convento di Son Rapinya. Qui si trovano anche i rifugiati che un mese fa attraccarono a Valencia a bordo della nave Acquarius, primo grande ‘caso’ sul tema dell’immigrazione del nuovo governo italiano.

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