G20, ribadita l’indipendenza delle banche centrali, Mnuchin: “Dazi possibili”

G20, ribadita l'indipendenza delle banche centrali, Mnuchin: "Dazi possibili". Le banche centrali devono restare indipendenti

AFP PHOTO / Mandel Ngan

MILANO (LaPresse) – G20, ribadita l’indipendenza delle banche centrali, Mnuchin: “Dazi possibili”. Le banche centrali devono restare indipendenti. La prima giornata del G20 finanziario in corso a Buenos Aires si apre con questa riflessione, spinta dalle parole della direttrice del Fmi, Christine Lagarde e da quelle del segretario al tesoro statunitense, Steven Mnuchin.

Donald Trump nel mirino di Christine Lagarde

La prima, nel corso del suo intervento al tavolo dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali delle 20 principali economie del mondo, inclusa l’Unione europea, sottolinea l’importanza dell’indipendenza degli istituti che si occupano di gestire la politica monetaria dei Paesi, il secondo nega che il presidente americano Donald Trump stia cercando di influire sulle decisioni della Fed. Le discussioni nascono, infatti, da un’intervista rilasciata da Trump alla Cnbc in cui il presidente si augurava che l’istituto centrale non alzasse più i tassi di interesse. “Non sono felice a riguardo”, aveva affermato Trump lo scorso giovedì. “L’indipendenza è la chiave”, ha ribadito oggi Lagarde.

Riunione dei ‘Big’ riguarda le tensioni commerciali in corso

La riunione dei ‘big’ dell’economia internazionale è un’occasione anche per tornare sulla questione delle tensioni commerciali in corso. L’ultimo atto del conflitto è rappresentato sempre dalle parole del presidente statunitense, che ha ieri descritto la Cina, l’Ue e la Russia come “nemici” del commercio e minacciato tariffe punitive su tutti i 500 miliardi di dollari di beni importati dagli dalla Cina negli Stati Uniti. Oggi Mnuchin ha difeso le scelte di Trump, definite “una possibilità realistica”. Il segretario Usa ha però anche affermato che spingerà la Cina e l’Unione europea ad accordarsi per un rapporto più “equilibrato”. La numero uno del Fmi, invece, ha ribadito che i dazi decisi da Trump avranno un impatto negativo sulla crescita globale.

 

Una posizione già contenuta nelle affermazioni della direttrice generale di mercoledì in vista del G20. Quando aveva avvertito che gli Usa sono “particolarmente vulnerabili” ai danni dell’aescalation della guerra dei dazi e che questa potrebbe sottrarre centinaia di miliardi di dollari al Pil globale. In questo botta e risposta si inseriscono anche le dichiarazioni del ministro dell’Economia tedesco, Olaf Scholz. Ha respinto le accuse del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, secondo cui l’Unione europea avrebbe mantenuto debole l’euro per ottenere benefici commerciali. “L’Unione europea porta avanti politiche molto razionali”, ha chiarito Scholz, spiegando che non sono mirate a creare artificialmente “successi economici attraverso i livelli di valuta”.

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