Nomine Rai, Salini in pole per diventare ad. Più vicina l’intesa M5S-Lega

In vantaggio rispetto agli altri il nome dell'ex direttore di La7

Fabrizio Salini (Foto Fabrizio Corradetti / LaPresse)

Roma (LaPresse) – E’ Fabrizio Salini, l’ex direttore di La7, il nome con le quotazioni più alte per la nomina di amministratore delegato della Rai. Sembra che proprio in queste ore il tira e molla tra M5S e Lega converga sull’attuale direttore generale di ‘Stand by me’ e l’intesa sui vertici Rai possa essere vicina. A discuterne, gli uomini di fiducia dei due ‘azionisti’ di maggioranza del Governo. Per i Cinquestelle la partita passa attraverso Vincenzo Spadafora, ma con la supervisione di Davide Casaleggio che pare avere incontrato qualche potenziale candidato. Per il Carroccio c’è Giancarlo Giorgetti. Il tutto vagliato dal ministero dell’Economia.

Sempre in stallo le nomine per il nuovo cda

Alti e bassi invece per le quotazioni di Giovanna Bianche Clerici. Caldeggiata dalla Lega ma osteggiata da un pezzo del M5S, l’ex Cda Rai era data in ‘pole’ fino a mercoledì, situazione mutata l’indomani. Nella lista dei possibili manager di viale Mazzini compaiono anche Andrea Castellari, ad di Viacom; Alessandro Bompieri (dg di News Italy di Rcs) e Fabio Vaccarono di Google Italia, che però ha già detto di non accettare il tetto di 240mila euro allo stipendio. Sì perché al di là dei nomi, ci sono tre importanti novità che andranno a regolare i piani altri del servizio pubblico radiotelevisivo. Il limite di 240mila euro allo stipendio, appunto, la figura dell’amministratore delegato che sostituisce quella finora ricoperta dal direttore generale e l’introduzione di un presidente ‘di garanzia’ votato dai due terzi della commissione parlamentare di Vigilanza Rai.

La partita è tutta interna alla maggioranza con un gioco di equilibri tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio che vorrebbe far valere la doppia cifra incassata alle elezioni del 4 marzo dove il M5S ha quasi doppiato l’alleato leghista. Il gioco delle nomine Rai si intreccia con quello di Cdp, dove Fabrizio Palermo è diventato ad, e con quello delle Ferrovie dello Stato in cui il Carroccio vorrebbe Giuseppe Bonomi.

Elisabetta Graziani

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