MILANO (LaPresse) – “In Italia una famiglia su 5 possiede un cane. Complessivamente 7 milioni di famiglie possiedono cani e gatti e altri animali. Per la custodia e la gestione dei quali spesso ci si affida al dog o al cat sitter. Un mestiere in forte espansione ma che spesso nasconde insidie nella preparazione degli stessi assistenti per cani e gatti. E spesso la retribuzione è in nero”. A spiegarlo è Lorenzo Croce, presidente dell’AIDAA.
Le misure proposte dall’AIDAA per il Decreto Dignità
“Secondo gli ultimi dati sulla pet economy le spese per il dog o cat sitter si pongono al secondo posto dopo quelle per il veterinario (escluso il cibo). Per un giro complessivo di diversi milioni di euro di cui almeno la metà in nero e che interessa circa 54.000 tra cat e dog sitter che fanno di questa la loro prima professione”. Lo sottolinea AIDAA che fa una proposta al governo Conte.
Introduzione dei voucher e valorizzazione del lavoro
E in particolare al ministro del lavoro Di Maio perché negli emendamenti al “decreto Dignità” “trovi spazio anche una regolamentazione di questo lavoro. Con la realizzazione nel giro di qualche anno di un albo ufficiale dei dog e cat sitter e che per i pagamenti di questi lavoratori possano essere utilizzati i voucher. In modo da rendere tracciabili i pagamenti ed allo stesso tempo combattere il lavoro nero”.
Riconoscere la competenza dei dog sitter
“Crediamo esista lo spazio per questa introduzione nel decreto dignità per regolamentare anche il lavoro delle decine di migliaia di ragazzi e ragazze che spesso vivono o sopravvivono facendo i dog sitter. E la cui concentrazione maggiore si trova in Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Piemonte facendolo emergere dal nero. Ma soprattutto dando una specifica qualifica a chi questo lavoro lo fa con competenza. Rispetto a chi invece il lavoro lo fa al solo scopo di arrotondare. E spesso senza il giusto amore per gli animali che deve accudire”, conclude il presidente AIDAA Lorenzo Croce.