ROMA (LaPresse) – “L’arroganza di Salvini e Di Maio rischia di negare per la prima volta agli italiani una produzione storica della Rai come ‘Un posto al sole’, in onda da 22 anni, e il calcio di 90° Minuto, con gli highlights di Serie A e Serie B della domenica”. E’ quanto scrive su facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, che pubblica sulla sua pagina alcuni stralci dei pareri legali.
Il parere dei giuristi sulle nomine Rai
“I pareri espressi dai giuristi Bruno De Vecchio, Luigi Principato e Beniamino Caravita Di Toritto, depositati in commissione di Vigilanza, sono molto chiari. Senza un presidente legittimamente in carica, ogni decisione che assumerà il Cda sarà ‘in frode alla legge’. A rischio ‘inefficacia, nullità e illegittimità’. Il contratto sul calcio, ad esempio, è superiore a 10 milioni di euro (4 milioni all’anno per 3 anni). Quindi deve essere obbligatoriamente approvato dal Cda, un Cda legittimo”.
Anzaldi attacca Salvini e Di Maio
“I due vicepremier – prosegue Anzaldi – non soltanto danneggiano l’azienda, ma mettono anche i consiglieri in una posizione molto scomoda. Se avalleranno qualsiasi decisione, anche la meno rilevante, rischiano di incorrere nelle conseguenze di legge, compresa la Corte dei Conti. Lasciare la Rai senza presidente, quindi senza un Cda legittimamente in funzione, significa condannare il servizio pubblico all’immobilismo, all’impossibilità di assumere alcuna decisione proprio alla vigilia della nuova stagione televisiva”.
Foa non può presiedere al Cda
“I pareri dei giuristi prodotti in Commissione sono molto chiari anche sulla questione del consigliere anziano: una volta bocciato dalla Vigilanza, Foa non può in alcun modo assumere quella funzione. Sia perché la sua nomina ha ricevuto un parere negativo ad personam. Sia perché senza un presidente che entra in carica non può esserci neanche un presidente anziano che ne fa le veci. Foa può solo riconvocare il Consiglio con all’ordine del giorno la nomina del nuovo presidente”.
I vicepremier condannano l’azienda all’immobilismo
“Se Salvini e Di Maio non prendono atto che il loro abuso sulla presidenza della Rai è una violazione della legge e in quanto tale non può passare, significa che decidono espressamente di danneggiare l’azienda. Anche loro, come il presidente del Consiglio Conte e il ministro dell’Economia Tria, potrebbero essere chiamati a risponderne. Il parere del giurista Caravita Di Toritto spiega che il ministero dell’Economia e il Governo hanno precise responsabilità nella risoluzione della vicenda. Ogni giorno che passa senza Cda, la Rai pagata dai soldi del canone dei cittadini subisce un danno”.