GAZA (LaPresse) – Gaza, c’è una calma ‘apparente’ dopo gli scontri. La calma è tornata, almeno in apparenza, dentro e intorno alla Striscia di Gaza, in attesa delle consuete manifestazioni palestinesi del venerdì, da cui si capirà la tenuta dello stop alle ostilità con Israele. Dopo mesi di crescenti tensioni, l’enclave palestinese e la sua periferia israeliana hanno vissuto tra mercoledì e giovedì sera tra i più gravi scontri dalla guerra del 2014.
Gaza, oltre 180 razzi e colpi di mortaio sono stati lanciati dalla Striscia in Israele
Oltre 180 razzi e colpi di mortaio sono stati lanciati dalla Striscia in Israele, ferendo diverse persone. Gli aerei da guerra israeliani hanno reagito colpendo oltre 150 siti militari di Hamas. Tre palestinesi, tra cui una donna incinta di 23 anni e sua figlia di 18 mesi, sono rimasti uccisi nelle incursioni. Israele e Hamas, che controlla la Striscia, hanno concordato giovedì sera un cessate il fuoco, che doveva entrare in vigore poco prima di mezzanotte, nel corso dei colloqui indiretti attraverso l’Egitto e le Nazioni Unite, secondo quanto riferito da una fonte vicina al dossier.
Israele sarebbe pronto a non aprire il fuoco
Nessuna conferma ufficiale è arrivata però dalle due parti. I media hanno denunciato il rifiuto da parte di funzionari israeliani di commentare, ma è una consuetudine da parte dello Stato ebraico in circostanze simili. Israele, tuttavia, secondo tali funzionari, sarebbe pronto a non aprire il fuoco se Hamas e i gruppi alleati faranno lo stesso.
Nella notte non sono stati registrati eventi significativi
Nella notte nella Striscia di Gaza e nella periferia israeliana del territorio non sono stati registrati eventi significativi dopo la distruzione da parte dell’esercito con la stella di David di un edificio di cinque piani nel centro di Gaza City. Le proteste palestinesi del venerdì lungo la barriera di sicurezza israeliana alla frontiera sono considerate un test. Israele, Hamas e i suoi alleati hanno condotto tre guerre nella Striscia dal 2008. I timori della comunità internazionale sono che gli ultimi scontri possano di nuovo deflagrare. La Farnesina ha espresso “profonda preoccupazione” e condannato l’escalation, auspicando “che prevalga la moderazione, che cessino le violenze e che il cessate-il-fuoco sia rispettato da tutte le parti coinvolte. Tale escalation evidenzia ancora una volta l’urgente necessità di lavorare per una soluzione politica a Gaza e per risolvere la crisi umanitaria nella Striscia”.