GENOVA – E’ stata una notte di speranze e preghiere per Genova. La città non riesce (e non può) ancora rialzarsi dall’immane tragedia che l’ha colpita. Le squadre dei vigili del fuoco, intanto, scavano senza sosta sotto quel che resta del ponte Morandi.
Le vittime accertate sono 38
E’ un numero odioso, altissimo quello delle vittime. Sono in 38 (la cifra purtroppo è destinata a salire) ad aver perso la vita: martedì mattina, alle 11 e 47, sono precipitate nel vuoto, verso la morte. Si teme però per altre 9 persone, ricoverate in ospedale in codice rosso. “Preghiamo per loro”, ha dichiarato il premier Giuseppe Conte. Diverse i disperi. Potrebbe trattarsi di coloro che viaggiavano nelle automobili non ancora raggiunte dai soccorsi. Le macerie del ponte crollato in alcuni tratti sembrano insormontabili, ma i caschi rossi e le squadre Usar e cinofile non mollano.
Il dramma degli sfollati di Genova
Sono sospesi tra gratitudine e disperazione gli oltre 630 sfollati: felici di aver salva la vita, ma senza più una casa. Complessivamente sono 311 le famiglie costrette fuori dalla porta della loro abitazione, per il momento troppo pericolosa per continuare a viverci.
Il pericolo di ulteriori crolli (di ciò che resta del ponte Morandi) è infatti troppo elevato. Genova ora non può permettersi di piangere altri morti.
“Difficile poter mantenere le case sotto un ponte pericolante che ha buone possibilità di eventuali crolli, o addirittura di essere abbattuto“, ha spiegato il sindaco Marco Bucci. “Se andrà abbattuto – ha concluso il primo cittadino – non si potrà vivere sotto il ponte, è evidente”..
La rabbia degli sfollati: “Autostrade ci ha rovinato la vita”
Sono stati assistiti nella triste operazione di recupero dei propri effetti personali. Gli sfollati formano una piccola popolazione di senzatetto, costretti a trovare riparo presso amici e familiari. Una vita sconvolta, un futuro divenuto improvvisamente incerto il loro. Impossibile non dar sfogo alla giustissima rabbia che li attanaglia. “Non posso accettare di essere considerato un terremotato, qui ci sono delle colpe, non è stato un evento naturale. E chi non ha fatto la manutenzione del ponte mi deve indennizzare: io – ha spiegato uno degli sfollati, – voglio ricostruire la vita che Autostrade mi ha distrutto“.