TEL AVIV – Sarebbe stata raggiunta l’intesa tra Israele e Hamas per siglare il patto che prevede un anno di ‘tregua’ per mettere fine alle violenze perpetrate nella Striscia di Gaza. Un accordo trovato grazie anche, e soprattutto, alla mediazione di Onu ed Egitto. Si attendono ora le comunicazioni ufficiali da parte delle rispettive fazioni, mai così ‘vicine’ come nelle ultime ore.
Tregua di un anno, riapertura del valico merci, ricostruzione delle infrastrutture: Israele e Hamas trovano l’accordo
Sono sei i punti strategici che dovranno essere messi in pratica gradualmente per provare a tornare alla normalità. In primis, la riapertura del valico merci di Kerem Shalom e il ripristino della zona di pesca. Ma, secondo i media arabi, l’intesa prevede anche l’introduzione di un corridoio navale, sotto controllo israeliano, tra la Striscia e Cipro con traffico di cargo. Un modo per far uscire la Striscia di Gaza dall’isolamento nel quale è ‘prigioniera’ da anni. Ma si lavora anche a lungo termine. Indiscrezioni parlano della possibile ricostruzione delle infrastrutture di Gaza e di uno scambio di prigionieri. Con anche la restituzione delle salme dei militari israeliani uccisi nel duro conflitto del 2014.
Intanto lungo la Striscia di Gaza si continua a morire: due palestinesi uccisi
L’accordo, siglato per mettere fine alla striscia di violenze che durano ormai da 5 mesi, prevederebbe anche la fine delle manifestazioni popolari della ‘Grande marcia del ritorno’. Proprio per questo, Hamas è stato criticato dalle altre fazioni palestinesi secondo cui avrebbe concesso troppo in cambio di poco. Anche se, in verità, il semplice ‘allentamento’ del blocco israeliano e delle violenze nella Striscia potrebbe essere visto già come un enorme passo. D’altro canto, mentre i leader mettevano nero su bianco, a Gaza si continuava a morire. Nelle ultime ore due manifestanti palestinesi sono stati uccisi durante gli scontri con l’esercito israeliano lungo la barriera difensiva. Complessivamente, i feriti sono 270.