Di Andrea Capello
(LaPresse) – La nave Diciotti torna al centro della polemica politica fra Italia, Malta ed Ue. L’imbarcazione della Guardia Costiera è da ormai quattro giorni nelle acque al largo di Lampedusa in attesa di un porto dove sbarcare i 177 migranti che ha a bordo. Al momento però il semaforo resta rosso. Secondo il ministro dei trasporti, Danilo Toninelli, mentre Diciotti “dimostra che Italia non si tira mai indietro quando si tratta di salvare vite umane” il comportamento di Malta è “ancora una volta inqualificabile e meritevole di sanzioni“. Allo stesso tempo l’esponente del Movimento 5 Stelle chiama in causa l’Europa che deve “farsi avanti” altrimenti “non ha motivo di esistere“.
A spalleggiarlo nel ruolo di ‘uomo forte’ sul tema migranti arriva il ministro dell’Interno, Matteo Salvini
Che mette in luce come gli “80mila sbarchi in meno dall’inizio dell’anno e 32mila in meno in quasi due mesi e mezzo da ministro“. Risultati che soddisfano ma non accontentano il numero uno del Viminale che lancia una provocazione. “O l’Europa decide seriamente di aiutare l’Italia in concreto, oppure saremo costretti a fare quello che stroncherà definitivamente il business degli scafisti. E cioè riaccompagnare in un porto libico le persone recuperate in mare“. La risposta di Malta ai due esponenti del governo italiano è altrettanto netta. “Se l’Italia vuole ancora trattare questo caso come un #salvataggio, Lampedusa rimane il luogo più vicino di sicurezza secondo le convenzioni applicabili“, dice il ministro dell’Interno maltese Michael Farrugia.
La posizione del governo è approvata da Giorgia Meloni
Secondo la leader di Fratelli d’Italia l’unica soluzione resta “il blocco navale al largo delle coste libiche per impedire ai barconi di partite. Il resto sono chiacchiere“. Critiche feroci invece dalle opposizioni. Pippo Civati di Possibile parla di “ricatto criminale” da parte di Salvini. Mentre dal Pd fanno notare come “riportare i migranti della Diciotti in Libia sarebbe un vero respingimento“. Nicola Fratoianni di Leu, infine, chiama in causa il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, invitandolo a farsi promotore “di un’iniziativa nei confronti dell’esecutivo che esiga il rispetto della Costituzione e dei Trattati internazionali che l’Italia ha sottoscritto“. Del resto fu proprio il Colle a metà luglio a sbloccare un’altra situazione di stallo. Con una telefonata al premier Giuseppe Conte al termine della quale la Diciotti fu autorizzata a sbarcare a Trapani.