ROMA – Cambi ai vertici dei Servizi segreti italiani. Già domani il governo Conte avvierà le procedure necessarie all’avvicendamento. Via il direttore del Dis Alessandro Pansa e via il capo dell’Aise, l’agenzia per la sicurezza esterna Alberto Manenti. Rimane invece al suo posto il direttore dell’Aisi Mario Parente, confermato appena prima dell’estate per altri due anni. Pansa e Manenti pagano il fatto di essere stati prorogati il 7 marzo, tre giorni dopo le elezioni perse dal Partito democratico.
Decisivo il ‘no’ del ministro Salvini
Ma pagano soprattutto l’ostilità del ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini. E infatti alcune indiscrezioni non escludono che – dopo il caso della nave Diciotti bloccata per dieci giorni a Catania con 140 migranti a bordo – possa essere avvicendato il comandante della Guardia Costiera, l’ammiraglio Giovanni Pettorino.
Pettorino potrebbe diventare entrare a Palazzo Chigi nelle vesti di consulente
Il ministro Salvini assicura che “tutto è nelle mani di Conte”, ma anche su questa partita Lega e Movimento 5 Stelle potrebbero dividersi. Perché il premier Giuseppe Conte ha avuto modo di apprezzare il lavoro di Pansa e non è escluso che possa decidere di chiamarlo a Palazzo Chigi nelle vesti di consulente. Qualcuno addirittura ipotizza che il presidente del Consiglio possa nominarlo sottosegretario con la delega ai servizi. Ma su questo potrebbero pesare i veti incrociati e non è affatto scontato che Conte riesca a prevalere. Mentre potrebbe essere il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli a bloccare il cambio alla guida della Guardia Costiera. Il Mit ha infatti ribadito che la linea fin qui seguita sul salvataggio dei migranti è imposta dalla legge.
La priorità assoluta è l’emergenza libica
Di certo c’è che le emergenze da affrontare sono numerose e richiedono competenze elevate. Prioritaria è la situazione libica e i rapporti di Tripoli con l’Italia. Non a caso tra i più accreditati come successore di Manenti c’è il suo vice, Gianni Caravelli, sponsorizzato dalla ministra della Difesa Elisabetta Trenta. Caravalli è sempre stato in prima linea proprio nella gestione delle trattative con il governo guidato da Al Serraj, ma anche nei contatti con il generale Haftar. Non è un mistero che il governo abbia evitato di negoziare con lui, proprio Salvini ha più volte dichiarato che “l’Italia tratta solo con i governi riconosciuti”. Una posizione che però difficilmente potrà essere mantenuta. In Libia appaiono sempre più fragili. Il nostro Paese ha necessità di avere buoni rapporti per difendere gli interessi economici delle aziende impegnate in quell’area.
Delicata anche la ‘questione egiziana’
Delicato e ancora pieno di incognite è anche il dossier egiziano. È stato il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi il primo a incontrare il presidente Al Sisi e poi anche Salvini e l’altro vicepremier Luigi Di Maio sono stati al Cairo. Nelle scorse settimane si è ipotizzato più volte che al vertice del Dis possa andare Elisabetta Belloni, segretario generale della Farnesina che ha certamente la competenza tecnica e politica per un ruolo così delicato.